Rete elettrica, Terna annuncia l’avvio dei lavori tra Rimini e Riccione
Con una nota stampa diramata dal proprio sito ufficiale, il Gruppo Terna ha reso noto l’avvio degli interventi di riassetto da effettuare sulla rete elettrica tra Rimini e Riccione. L’azienda, si legge nel comunicato, “ha concluso la progettazione esecutiva dell’intervento di riassetto denominato “Anello 132 kV Rimini – Riccione”, che interesserà complessivamente otto comuni romagnoli tra le province di Rimini e Forlì-Cesena”. Per la realizzazione delle opere previste, Terna investirà complessivamente 60 milioni di euro.
Gli interventi previsti e i comuni coinvolti
Stando a quanto fa sapere Terna, i primi interventi in programma dovrebbero prendere il via “nel primo trimestre del 2026”. La fase iniziale dell’ampio progetto di riassetto della rete prevede l’apertura di nuovi cantieri nei comuni di Riccione e Coriano, dove - si legge nel comunicato diramato dall’azienda - “è prevista la posa di circa 8 km di nuovi cavi e l’installazione di 3 nuovi sostegni”. Grazie a tali opere sarà possibile demolire ben 48 tralicci esistenti e smantellare oltre 8 km di vecchie linee elettriche aeree (i cavi sospesi).
Successivamente, i lavori interesseranno anche il territorio del comune di Rimini; qui verranno realizzati circa 10 km di nuove linee interrate. Inoltre, saranno installati due sostegni. Ciò consentirà di rimuovere “più di 20 km di linee aeree e 84 tralicci” in tutta la zona. Terna sottolinea come i benefici degli interventi di riassetto riguarderanno anche altri comuni; a Santarcangelo di Romagna verranno abbattuti e rimossi 17 tralicci e circa 4 km di vecchie linee elettriche. A Savignano sul Rubicone, invece, è prevista la dismissione di 14 tralicci e 3 km di elettrodotto. Infine, parte dei lavori saranno implementati a Gatteo (via 6 sostegni e circa 2 km di linee elettriche per ciascuno) e Gambettola (con la demolizione di due sostegni).
I vantaggi ambientali e logistici
I lavori avranno un notevole impatto, anzitutto dal punto di vista visivo. Spariranno molti dei tralicci che segnano il paesaggio urbano, assieme ai cavi sospesi ad essi collegati. L’opera, fanno sapere da Terna, “è finalizzata a rendere più sicuro ed efficiente il sistema elettrico dell’area, soprattutto durante la stagione estiva quando i consumi elettrici locali registrano un significativo incremento dovuto alla forte presenza turistica e al conseguente aumento della domanda di energia per le attività ricettive e i servizi”.
Gli interventi, secondo l’azienda, sortiranno anche benefici ambientali tutt’altro che trascurabili; la posa di 17 km circa di linee interrate consentirà di smantellare strutture ormai piuttosto datate. In particolare, verranno abbattuti 171 tralicci, risalenti perlopiù agli anni Settanta; contestualmente, verranno rimossi circa 40 km di linee elettriche sospese, che attraversano zone urbane densamente popolate. L’intervento, nel complesso, permetterà di liberare 130 ettari di territorio da vecchie infrastrutture elettriche.
Più in generale, interventi di ammodernamento come questi migliorano i servizi di dispacciamento e distribuzione dell’energia. Questo aspetto non va certamente sottovalutato in un contesto, come quello italiano, in cui sussistono diversi fattori che gravano sul costo dell’energia a carico degli utenti finali.
Uno di questi è certamente la scarsa indipendenza del sistema nazionale; l’Italia non importa grosse quantità di elettricità ma oltre la metà di quella che produce proviene da impianti alimentati a gas. Quest’ultimo, a sua volta, viene prevalentemente importato dall’estero e presenta costi estremamente variabili. Il motivo? L’instabilità geopolitica del contesto internazionale (leggasi conflitto in Ucraina e dazi imposti dagli USA) e l’ormai prossima interruzione dell’acquisto del gas proveniente dalla Russia. Questi, con tutta probabilità, verrà rimpiazzato nell’immediato dal GNL che l’Unione Europea si è impegnata a comprare dagli Stati Uniti; prevedibilmente, il carburante americano comporterà costi maggiori (trasporto via nave e rigassificazione) per imprese e consumatori.
L’Emilia-Romagna, però, rappresenta un contesto emergente per quanto riguarda l’efficienza energetica e lo sviluppo delle FER (Fonti Energetiche Rinnovabili). La regione è terza per progetti finanziati dal PNRR (oltre 6.200, ne contano di più solo la Lombardia e il Veneto) e può contare su “una programmazione recente e strutturata”, stando a quanto rilevato dall’ENEA nell’ultimo Rapporto sull’Efficienza Energetica. L’Emilia, inoltre, sempre secondo l’Agenzia, è tra le poche regioni d’Italia in cui “è rilevabile una coerenza strutturale tra i diversi livelli di programmazione” delle politiche energetiche.
L’Emilia, le politiche energetiche regionali e le fonti rinnovabili
Nel proprio P.E.R., scrive l’ENEA, l’Emilia-Romagna ha inoltre predisposto i finanziamenti per il PAESC (“Piano d'Azione per l'Energia Sostenibile e il Clima”) con l’obiettivo di ottenere la piena adesione da parte dei comuni presenti sul territorio regionale. “La Regione” - si legge nel rapporto - “individua nel Patto dei Sindaci uno degli strumenti di attuazione degli obiettivi regionali per favorire la transizione energetica, mettendo a disposizione dei comuni un portale per l’accesso a dati e informazioni utili”.
Nelle politiche energetiche regionali, così come a livello nazionale e comunitario, è la transizione energetica a rappresentare l’obiettivo primario, specialmente sul lungo periodo. I target principali sono la decarbonizzazione (per ridurre l’impatto ambientale) e l’autonomia energetica, fondamentale per calmierare i costi a carico degli utenti finali.
Questi, infatti, sono particolarmente esposti alle fluttuazioni dei mercati energetici, ossia le variazioni di prezzo che rendono ogni bolletta un’incognita, specie per i clienti che hanno sottoscritto contratti con tariffazione indicizzata. Ciò si deve alla complessità del meccanismo (fatto di una intricata rete di variabili) che concorre alla formazione dell’importo fatturato dal fornitore. Anche per questo, nonostante l’introduzione di un nuovo formato unificato da parte dell’ARERA (l’Autorità di Regolazione), come leggere la bolletta della luce resta ancora un discreto rompicapo per tanti consumatori.
L’imprevedibilità dei costi può essere superata optando per un’offerta a canone mensile fisso come quella formulata da Reset Energia, l’operatore che con un’offerta orientata alla trasparenza e alla flessibilità ha rivoluzionato la percezione della bolletta. L’azienda, che fa parte di un più ampio gruppo industriale operante anch’esso da anni nel settore delle forniture, propone agli utenti privati un servizio in abbonamento il cui costo mensile è ‘bloccato’. Si tratta, cioè, di un prezzo tutto compreso, nel quale rientrano le imposte, l’IVA e gli oneri generali e di sistema, oltre ai consumi di energia entro una certa fascia di consumo. Il carattere innovativo dell’offerta di Reset sta proprio qui: l’utente ha la possibilità di scegliere quanto spendere in relazione a quanta energia si vuole avere a disposizione ogni mese. In tal modo, la gestione delle spese, e del bilancio familiare, può risultare certamente più agevole, anche sul lungo periodo.












