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'Ius scholae non è strada'

Indice criminalità a Rimini. Raffaelli e Giani (Lega): giustificazioni non reggono

In foto: Elena Raffaelli
Elena Raffaelli
di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
lun 3 ott 2022 18:13 ~ ultimo agg. 18:16
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“Così non va. Bisogna porre un freno concreto e immediato. Rimini continua a detenere un pessimo primato in insicurezza, con un balzo in avanti del 18,5% di denunce che la posiziona saldamente come seconda provincia italiana tra le più ‘criminali’ nella classifica di un noto quotidiano finanziario. Un primato preoccupante, nonostante l’attività continua e solerte delle Forze dell’Ordine, che il sindaco Jamil Sadegholvaad sembra voler minimizzare, ma che la Lega, al contrario, ha sempre posto fra gli obiettivi primari da risolvere”.
Lo affermano Elena Raffaelli, responsabile provinciale della Lega di Rimini, e Gilberto Giani, segretario della Lega di Rimini a commento della graduatoria pubblicata oggi sul Sole 24 Ore (vedi notizia).
“Uno dei fattori determinanti, a dire del sindaco, sarebbe la micro-criminalità legata ai flussi turistici. E’ esattamente quanto da anni ha denunciato la Lega, beffeggiata e sbertucciata da un Pd che considerava la sicurezza un tema ininfluente, quando non una strumentalizzazione dell’opposizione. Oggi un nuovo brusco risveglio per la ‘bella addormentata’ provincia riminese, con un Sadegholvaad che si arrampica sugli specchi per cercare di vedere il bicchiere mezzo pieno. Non è infatti una giustificazione sostenere che il fenomeno della micro-criminalità predatoria e delle bande giovanili, le famigerate baby gang, è legato a tutte le località ad alto afflusso turistico. Proprio per questa ragione era indispensabile prevenire e correre ai ripari per tempo, come sosteneva la Lega, e non far finta di nulla e negare il fenomeno. Non siamo neppure convinti, tra l’altro, che l’incremento delle denunce sia determinato da una propensione dei cittadini a presentarle. Anzi, molto spesso è vero il contrario. Spesso il malcapitato, se l’offesa non è delle più gravi, rinuncia a denunciare perché convinto che non conti nulla. E poi come si fa a denunciare la miriade di episodi di degrado urbano diffuso e di vandalismi che provocano un sentimento di insicurezza nei cittadini, ma che nei fatti non sono circostanziabili? Il dato concreto è che il territorio riminese è a rischio sicurezza e che le amministrazioni a guida Pd dovranno compiere una rivoluzione a 360 gradi per poter garantire un’inversione di tendenza, ascoltando finalmente i moniti del centrodestra. Per quanto poi riguarda le cosiddette baby gang, abbiamo letto con sorpresa nei giorni scorsi il riposizionamento di Sadegholvaad. Siamo concordi: ci vogliono prevenzione e repressione, perché non serve il solo giustificazionismo sociologico per contrastare questo gravissimo fenomeno. Il sindaco sbaglia, al contrario, quando considera che lo jus scholae possa essere una strada. La cittadinanza facile, al contrario, potrebbe addirittura aggravare la situazione – concludono – se interpretata come un segnale di lassismo e dello scarso valore che le Istituzioni attribuiscono al concetto di cittadino di questo Paese, con tutti i doveri e le responsabilità che presuppone”.