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a rimini

Massacrato di botte in hotel, muore dopo 9 giorni d'agonia. Tre fermi per omicidio

In foto: una delle immagini della videosorveglianza
una delle immagini della videosorveglianza
di Lamberto Abbati   
Tempo di lettura lettura: 3 minuti
sab 13 nov 2021 12:32 ~ ultimo agg. 17 nov 14:24
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Il pomeriggio dello scorso 3 novembre, in un hotel di Marina Centro, un commando di quattro persone aveva massacrato di botte Antonino Di Dato, 45enne napoletano, già finito alla ribalta delle cronache nell’ambito dell’inchiesta Hammer, che nell’ottobre del 2019 portò i carabinieri di Rimini a sgominare due gruppi di camorristi in guerra tra loro e attivi in città (vedi notizia). Di Dato aveva riportato gravi lesioni e, dopo essersi presentato lui stesso al pronto soccorso di Rimini, sanguinante, tumefatto e sotto choc, era stato trasportato d’urgenza al Bufalini di Cesena e ricoverato in Terapia Intensiva per l’aggravarsi delle sue condizioni. Ieri il 45enne è morto dopo 9 giorni d’agonia.

E sempre ieri, in serata, la Squadra Mobile della Questura di Rimini, diretta dal vice questore aggiunto Mattia Falso, ha eseguito un decreto di fermo per omicidio volontario, emesso dal sostituto procuratore Paolo Gengarelli, a carico di quattro persone: due italiani di 35 e 52 anni, un bosniaco di 45 anni (ancora ricercato) ed un croato di 42 anni. I quattro avrebbero partecipato, con diversi ruoli e responsabilità, al brutale pestaggio del napoletano, avvenuto – è l’ipotesi degli inquirenti – per un debito pregresso mai saldato dalla vittima.

Secondo quanto ricostruito dagli investigatori della questura, i quattro sarebbero piombati all’interno dell’hotel di viale Regina Elena e, dopo aver afferrato Di Dato, lo avrebbero trascinato di forza nella hall e riempito di calci e pugni alla testa e al torace. Mentre i due slavi, che stando ad alcune testimonianze avevano con loro anche un bastone in metallo, infliggevano alla vittima colpi su colpi, i due italiani – in particolare uno – avrebbero trattenuto nell’albergo i pochi ospiti presenti in modo che non potessero né fuggire né dare l’allarme alle forze dell’ordine. Il massacro sarebbe andato avanti per 20 interminabili minuti. Prima di andarsene poi il quartetto ha sottratto alla vittima il portafoglio e minacciato di ritornare per riprendersi “il resto dei soldi”.

Fondamentali per risalire ai quattro aggressori sono state le testimonianze di alcuni clienti, che hanno deciso di collaborare, oltre all’analisi minuziosa dei sistemi di videosorveglianza presenti in zona. Una telecamera in particolare avrebbe immortalato i quattro camminare verso l’hotel e successivamente allontanarsi in tutta calma. E’ così che il cerchio intorno agli autori del pestaggio si è stretto sempre più, fino a quando ieri sera, al termine di mirati servizi di osservazione e pedinamento, tre dei quattro indiziati di omicidio sono stati fermati: il croato e il 52enne italiano a Riccione, rispettivamente all’esterno di un locale e all’interno di un albergo, mentre l’altro italiano di 35 anni in un bar a Rimini. Ancora ricercato il bosniaco, che sembrerebbe essere fuggito all’estero pochi giorni dopo il raid punitivo.

All’inizio della prossima settimana, i due italiani e il croato – ora rinchiusi in carcere – verranno sottoposti all’interrogatorio di garanzia.