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I sindacati stigmatizzano

Richiamo del sindaco a vigilesse, il dibattito si accende

In foto: repertorio
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di Redazione   
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sab 10 nov 2018 13:05 ~ ultimo agg. 11 nov 12:14
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Fa discutere a Rimini l’episodio che ha visto il sindaco Gnassi richiamare due vigilesse che stavano controllando un artista di strada in centro, richiamo che è stato verbalizzato e trasmesso in Procura (vedi notizia). Dal mondo sindacale arrivano espressioni di condanna.

Il primo a intervenire è stato il sindacato SILPOL per “esprimere la massima solidarietà, alle due Colleghe impegnate nella giornata del 03.11.2018 nel servizio di antidegrado nel centro storico di Rimini. Occorrerebbe precisare che le due Agenti di Polizia Locale, altro non hanno fatto, che compiere il proprio lavoro, con precisione e alta professionalità, anche in qualità della carica ricoperta di Agenti di Polizia Giudiziaria. Il plauso và fatto anche all’Ispettore in servizio nella giornata del 03.11.2018 che ha ritenuto opportuno inviare tutti gli atti all’Autorità Giudiziaria”.

La CST UIL e la UIL FPL di Rimini tramite i segretari Morolli e Perno: “vogliono stigmatizzare ciò che è successo a Rimini che coinvolge il Sindaco Gnassi e le due Agenti di Polizia Municipale. Ciò non solo per il fatto in sé stesso, su cui avremo modi e tempi di intervenire, qualora necessario, nelle sedi più opportune, ma per ciò che l’atto rappresenta.  Il Sindaco di Rimini, che aggredisce verbalmente e pubblicamente due Agenti, mentre esercitano le loro funzioni, applicando delle regole contenute in un Dispositivo che lui stesso ha emanato, è emblematico di quale poco rispetto ha dei ruoli e delle regole che, per primo, come primo Cittadino dovrebbe rispettare, dando il buon esempio”.

“Se chi rappresenta le istituzioni locali, ai massimi livelli, se ne frega dell’immagine che da all’esterno, ed anzi in pieno giorno e in pubblico, si arroga il diritto di aggredire due agenti di polizia locale, cosa deve fare chi delinque? Questo dimostra una scarsa consapevolezza a tutti i livelli istituzionali.

Terminiamo dicendo che c’è un “bon ton” per chi rappresenta lo Stato e la Società, certi atteggiamenti aggressivi, certi linguaggi e certi insulti perpetuati a tutti i livelli non sono sicuramente un bel segnale e, al di là dei giudizi politici e delle cose fatte, non possono essere tollerati, perché sono indice di un evidente imbarbarimento della Società. Per cui, come UIL, crediamo che l’azione del Sindacato per costruire una Società migliore, in difesa di chi rappresentiamo, passi anche da un azione determinata per “rieducare alla cultura del rispetto” partendo proprio da quei rappresentanti delle Istituzioni che non lo fanno”.

Il Sindacato Ospol CSA “esprime piena solidarietà alle Colleghe in servizio in centro sabato scorso 3 novembre” ed evidenzia che “il Personale della Polizia Locale riceve ordini esclusivamente dal Sig. Comandante e fa rispettare le leggi dello Stato, i regolamenti del Consiglio e della Giunta e le ordinanze del Sindaco in vigore. Questa normativa si applica a tutti, indiscriminatamente. Questi sono i principi fondamentali su cui si basa il nostro lavoro. Oltre al fatto che, come tutti sanno, siamo pubblici ufficiali”.

Solidarietà alle vigilesse anche da parte dal dirigente nazionale MAPLI ( Movimento Associativo Polizia Locale Italiana ) Pier Paolo Contini:  “questo controllo è in regola e rispetta il decreto Minniti. Forse il rappresentante di Forza Italia dovrebbe fare un passo in dietro come il Sindaco“.

C’è anche chi, dall’opposione, invita a ridimensionare la vicenda esprimendo nella circostanza solidarietà al primo cittadino. Scrive su Facebook il consigliere di Forza Italia Nicola Marcello: “Credo che l’episodio vada ridimensionato e spero che cose simili non accadono più in futuro !! Certo all’interno della Polizia Municipale ci sono molti segnali di sofferenza, specie da parte di chi dopo anni di gavetta non riesce ad arrivare ad un impiego 12 mesi su 12 , mantenendo sempre una sorta di part time a vita !! L’episodio in questione , andava ed andrebbe risolto a mio avviso con le scusa reciproche di tutti gli attori anche se conosco bene “il peso “ di una divisa che ti rende spesso responsabile di azioni e comportamenti non richiesti a persone normali e che i due agenti hanno agito probabilmente nel rispetto delle regole richieste al loro compito d’istituto”.

Anche da Mario Erbetta di Rinascita Civica una condanna all’atteggiamento del sindaco ma anche riflessioni politiche più ampie: “Cosa evidenzia effettivamente questo evento: 1) il pd fa regolamenti restrittivi sul degrado del centro storico solo per apparenza ma nella realta’, come dimostra l’accaduto, il buonismo sinistroide che porta alla tolleranza anche estrema del degrado e’ nel Dna della nostra Giunta. Lo avevo accennato sul nuovo regolamento restrittivo appena approvato sull’uso delle case popolari: non basta fare un regolamento severo la difficolta’ e avere la volonta’ e il coraggio di farlo rispettare fino in fondo se no e’ solo propaganda 2) il nostro Sindaco ricopre un compito istituzionale importante ed essendo il primo cittadino deve dare l’esempio. Non puo’ permettersi di andare oltre al bon ton istituzionale e deve seguire le regole. Se ha visto comportamenti illegittimi da parte delle due vigilesse deve rivolgere tali critiche al Comandante della Municipale per il rispetto dei ruoli ed eventualmente alla Magistratura in caso di reati. Ma interrompere dei pubblici ufficiali nell’esercizio delle loro funzioni invitandoli a soprassedere e a rivolgersi ad altre funzioni potrebbe rientrare nella fattispecie penale di abuso d’ufficio, pertanto pur nell’ipotesi remota di un reato il Comandante della Municipale come pubblico ufficiale venendo a conoscenza di un ipotetico reato ha il dovere di comunicare l’accaduto alla Procura della Repubblica 3) a Rimini le Regole non solo uguali per tutti e il nostro Sindaco si ritiene al di sopra di tutto anche dei regolamenti che anche lui ha votato e approvato. Fatte queste considerazioni non si puo’ non ringraziare le vigilesse, vere vittime in questo increscioso evento, per aver compiuto il loro lavoro applicando le norme del regolamento. Chiediamo tanti nuovi compiti alla Polizia Municipale e dobbiamo portare tutti rispetto, Sindaco compreso, a chi sul campo, giorno dopo giorno, suda e cerca di rendere la nostra citta’ piu’ sicura e vivibile”.

Si esprime sulla vicenda anche l’ex assessore comunale alla Polizia Municipale Roberto Biagini:

“Gnassi ha sostenuto che ha agito come “avrebbe fatto un qualsiasi cittadino” e quindi in quel momento si è “spogliato volontariamente” dal suo ruolo. Una semplice sostituzioni di aggettivi: “qualsiasi” al posto di “primo”. Bene: è fatto notorio che ogni qualvolta “un qualsiasi cittadino” si lamenti pubblicamente (giornali e social network) dell’ atteggiamento della Polizia Municipale (in generale è sempre stato più facile, quindi più ipocrita e meschino, attaccare la divisa del “pizzardone” rispetto a quelle indossate da altre forze di polizia) puntualmente interviene a difesa dell’ operato dell’ agente (se non altro con la dichiarazione canonica che “ha compiuto il proprio dovere in quanto chiamato dai cittadini, in ottemperanza dell’ ordine di servizio giornaliero, ecc…” ) in primis l’ assessore alla P.M., alle volte il Comandante autorizzato da quest’ ultimo e a seguire in sindacati del ramo ( oggi si sono lette le dichiarazioni del SULPL). Poi, in casi come questo, si aggiungeva sempre nella comunicazione: << A seguito delle reazioni dei cittadini intervenuti, gli agenti nella loro relazione di servizio si riserveranno di valutarne la rilevanza penale ecc…>>. A me è capitato più volte di intervenire, da Assessore alla P.M., con dichiarazioni di questo tipo, alle volte anche senza concordarle, e quindi negligentemente lo riconosco, con l’addetto stampa.  Oppure, se potevano esserci immediati dubbi, riserve sull’ operato degli agenti, ed è capitato anche questo, si modulava la dichiarazione all’ occorrenza: << gli agenti sono stati chiamati dal Comandante in quanto ci sono aspetti da chiarire …verranno eventualmente valutati in altre sedi i comportamenti di cui sono stati accusati gli agenti. e quindi è inopportuno anticipare considerazioni ecc..>>.

Il silenzio di Jamil sull’ episodio (sempre presente, puntuale ed immediato nella difesa dell’operato della Polizia Municipale) è emblematico del suo oggettivo imbarazzo (lo capisco) per l’accaduto così come è stato ricostruito dal Sindaco (rectius: “qualsiasi cittadino”) e così come è stato “divulgato” alla pubblica opinione.  Quindi manca la versione dell’altra “parte” nella ricostruzione dell’episodio (c’è stata effettivamente la multa? È stato chiesto all’ artista di strada di spostarsi? Non è dato “ufficialmente”, e cioè dell’ amministrazione comunale, a sapersi ), visto che si è sentita solo quella del “qualsiasi cittadino” Andrea Gnassi, che per ” stemperare la tensione ha segnalato alle due vigilesse che esisteva lì accanto una situazione oggettiva di traffico, macchine e furgoni in transito ecc…”. Restiamo in attesa, perché solo con la ricostruzione unilaterale del cittadino Andrea Gnassi ritengo impossibile formarsi un’opinione ed eventualmente esprimere giudizi pertinenti, almeno così è per me.

Su Facebook il consigliere del Movimento Nazionale per la Sovranità Gennaro Mauro dice del sindaco: ” quando non tollera chi non la pensa come lui, aggredisce verbalmente. Non è la prima volta che si scontra con funzionari di polizia giudiziaria interrompendo il loro lavoro, deborda dalle sue competenze. È un talentuoso, un po’ spocchioso, e pieno di sè. Interpreta il ruolo di sindaco a modo suo, sempre in conflitto con dipendenti e dirigenti comunali, e aggressivo con i consiglieri comunali, non accetta essere contrariato. Se il comandante della polizia municipale, da lui nominato, ha trasmesso la denuncia dei due agenti di PM, l’ha fatta, come al solito, davvero grossa”.

Simonte Bertozzi del PD amplia la riflessione: “Credo che il sindaco abbia già ricostruito come siano andate le cose, il punto è un altro. Commentare l’episodio, schierandosi con l’una o l’altra parte a seconda delle convenienze politiche, mi pare esercizio abbastanza inutile. Aprirei invece una riflessione seria su quel regolamento di polizia urbana che, com’era prevedibile, difficilmente può essere gestito secondo il buon senso dal singolo agente. Un regolamento dai tratti populisti, restrittivo a parole, ingestibile nella sostanza. Essere vicini alla PM soltanto a parole è troppo facile. Secondo tema, cruciale: bisogna assolutamente rimettere mano ad un regolamento sugli artisti di strada, riprendendo una vecchia bozza fatta dall’ex assessore Sara Visintin. Un’esigenza a prescindere da quanto accaduto, che non conosco nello specifico”.