Verso il 118 unico: quello cesenate difende il proprio servizio


Un’occasione anche per riflettere sulla scelta del 118 unico a Ravenna e sulle novità che la centrale porterà. Per il direttore Basenghi si tratta di un potenziamento delle risorse e della qualità.
La nota stampa diffusa dall’Ausl di Cesena alla conferenza:
Questa Conferenza Stampa è stata indetta per fornire informazioni chiare, oggettive e trasparenti sul nostro servizio di emergenza urgenza e per riportare il dibattito, aperto in questi giorni sulla stampa locale, su un terreno di responsabile e corretto confronto.
Come gestori di un servizio che è pubblico siamo doverosamente disponibili a confrontarci e a rendere conto ai cittadini delle nostre scelte, non siamo invece più disponibili a consentire che informazioni distorte se non addirittura false, per fini sui quali non intendiamo aprire alcun confronto, , gettino discredito sui nostri servizi migliori come il 118 e mettano addirittura i cittadini nelle condizioni di “temere” della efficienza ed efficacia di un servizio così delicato ed importante.
L’articolo che, a dispregio di qualunque etica professionale, cita nomi e cognomi di tre persone che inevitabilmente sono decedute nonostante un intervento tempestivo ed efficace del servizio 118, riporta notizie assolutamente false:
non vi è alcuna relazione fra le revisione organizzativa recentemente apportata sospendendo la presenza del medico in ambulanza a Savignano nelle ore notturne e i tre decessi che fra l’altro sono avvenuti di giorno, quando invece il medico era presente
non vi è alcuna relazione fra la modifica dei codici ed i tre casi: due di essi , pur se anziani, non avevano sofferenza neurologica e pertanto non ricadevano nella fattispecie di modifica del cosiddetto codice giallo
Abbiamo doverosamente aperto una verifica immediata che ha confermato come sia la fase di allertamento della Centrale che la fase di soccorso siano state condotte in modo corretto.
Per questa ragione, perché è intollerabile e vergognoso strumentalizzare eventi comunque drammatici per la famiglia che li vive e perché dobbiamo tutelare non le scelte dell’Azienda e della sua direzione ma la credibilità del servizio di emergenza dei cittadini del Comprensorio Cesenate, abbiamo incaricato lo Studio legale dell’Avvocato Maio di Cesena di agire attraverso querela per diffamazione e risarcimento dei danni all’immagine del nostro servizio. Questa strada seguiremo da ora in poi ogni qualvolta notizie false getteranno discredito sui nostri servizi alimentando fra l’altro inutili preoccupazioni e allarmismi nella popolazione.
Oggi vi forniremo tutti i dati oggettivi utili a valutare l’operato del servizio di emergenza urgenza, tutte le informazioni anche di dettaglio, sulle modifiche organizzative apportate in modo che, chi vuole fornire davvero una seria informazione alla popolazione, sia in condizioni di farlo.
Il Direttore Generale AUSL di Cesena
Dott.ssa Maria Basenghi
L’organizzazione del servizio 118 a Cesena
A cura del Dott. Tommaso Marcatelli, Direttore Servizio 118-Cesena e Alfredo Burgini, Coordinatore infermieristico servizio 118
La centrale Operativa 118 è organizzata in modo uniforme su tutto il territorio regionale.
La chiamata di soccorso è sottoposta alla valutazione di un Infermiere professionale che assegna al caso un codice colore.
I codici colore definiscono le priorità d’intervento, e sono un elemento di sicurezza perché portano ad una individuazione standardizzata del caso trattato. Senza i codici colore non sarebbe possibile indirizzare adeguatamente le risorse a disposizione.
I codici colore sono definiti da un cartellino base di Centrale identico per tutta la regione Emilia Romagna, e la compilazione del cartellino assegna automaticamente il codice colore a seconda delle risposte registrate e valutate dall’infermiere di Centrale, il quale svolge un’indagine indiziaria e sulla base dei sintomi e segni riferiti.
Assieme a questo cartellino esiste un protocollo approvato dal Medico Responsabile che può modificare l’assegnazione dei codici colore, ma solo in termini più garantisti rispetto a quelli previsti dalla normativa, in modo da adeguare le procedure d’intervento alla realtà territoriale.
In tutte queste attività, basate su una intervista telefonica e senza vedere il paziente, pur in presenza di operatori addestrati e qualificati e continuamente aggiornati, un tasso d’errore è possibile e fisiologico. In questi casi la sovrastima rappresenta una regola, anche perché in caso di mancanza di informazioni il codice colore è rosso. E questo avviene per usare la massima prudenza. È altresì possibile, anche se raramente, una sottostima in caso di informazioni incomplete e imprecise.
Il codice colore può comunque essere modificato in itinere se giungono ulteriori informazioni chiarificatrici.
Giunti sul posto, valutato il paziente, gli operatori stabiliscono il codice di ritorno, o codice numerico; la valutazione del paziente viene ripetuta più volte durante il soccorso, e al mutare delle sue condizioni può talora mutare anche il codice di ritorno, che viene communica alla Centrale e da questa al Pronto Soccorso, in considerazione della dinamicità delle condizioni del paziente.
In questa organizzazione il ruolo dell’infermiere professionale è un ruolo determinante sia nell’allertamento del sistema, sia nella valutazione e nella stabilizzazione del paziente prima dell’arrivo del medico, con cui può interloquire anche a distanza attraverso la Centrale operativa. In questo servizio a rete la figura del medico è la figura fondamentale per i casi fortemente instabili, nei quali è simultaneamente attivato assieme all’ambulanza, mentre negli altri casi giunge sul posto dietro richiesta dell’infermiere professionale.
In riferimento ai casi di pesone soccorse nei giorni scorsi a cui si fa riferimento nell’articolo di stampa, posso affermare che i codici colore assegnati sono stati sostanzialmente corretti e l’operatività successiva, alquanto tempestiva.
Oltre a mantenere uno standard elevato su tutte le patologie, il nostro interesse più forte è orientato oggi alla prevenzione delle morti evitabili, e alla diffusione della defibrillazione precoce attraverso l’opera degli infermieri (e anche di cittadini addestrati a tal fine), in modo da rendere la presenza dell’infermiere sempre più efficace, in attesa dell’arrivo del medico, anche se abbiamo la consapevolezza che neanche un sistema perfetto può salvare la vita in tutti le circostanze.