Turista violentata in stato di incoscienza, chiesto il processo per due indagati


Lo scorso luglio furono scarcerati dal gip di Rimini, Raffaella Ceccarelli, perché non c’erano elementi degni della necessaria gravità indiziaria. A un anno di distanza da quella decisione, la Procura di Rimini ha chiesto il rinvio a giudizio dei due indagati per violenza sessuale di gruppo nei confronti di una turista svizzera 30enne in vacanza a Cattolica, e il prossimo 19 novembre, nell'aula L del tribunale di Rimini, si discuterà la richiesta di rinvio a giudizio.
Secondo quanto ricostruito dai carabinieri, il 15 luglio del 2024 i due indagati, entrambi lavoratori stagionali, un pizzaiolo egiziano di 59 anni (difeso dall'avvocato Alessandro Coppa del Foro di Rimini) e un cameriere di Frosinone di 49 (assistito dall'avvocato Carlo Risi del Foro di Cassino), avevano soccorso la donna che vagava in stato confusionale in strada dopo aver assunto psicofarmaci e alcol. In attesa dell’arrivo del 118, i due l’avrebbero condotta nella camera d'albergo dove alloggiava l’egiziano, l’avrebbero spogliata e messa sotto la doccia “per cercare di farla riprendere".
L’accusa, invece, ha sempre sostenuto che in quel frangente la turista – che non ricorda nulla di quei momenti – fosse stata palpeggiata e costretta a subire atti sessuali mentre era in stato di incoscienza. A conferma di ciò ci sarebbe il Dna dei due indagati rinvenuto nei tamponi vaginali prelevati all’epoca dalla vittima. Vittima che nel frattempo si è costituita parte civile. Sarà il gup di Rimini, Vinicio Cantarini, a stabilire se i due lavoratori stagionali dovranno affrontare un processo.