Sequestro di canapa, il legale del titolare: Ricorreremo, norma incostituzionale
"Ricorreremo al tribunale del Riesame di Rimini contro un sequestro basato su una norma illegittima". Il titolare del negozio di canapa a Rimini, che si è visto sequestrate dalla polizia di Stato cinque chili e mezzo di sostanza e tre litri di liquidi derivati della canapa (vedi notizia), non ci sta e, attraverso il suo difensore, l'avvocato Carlo Alberto Zaina, annuncia battaglia.
Il legale spiega: "L'iniziativa di polizia giudiziaria, consistente in sequestri di prodotti a base di CBD, sorprende, perché interviene ad oltre otto mesi dall'emissione del decreto sicurezza e dopo che il Gip del tribunale di Brindisi ha sollevato di recente dubbi di costituzionalità dell'art. 18 di tale decreto, norma che vieta il commercio di derivati della canapa (anche privi di effetti psicoattivi), trasmettendo gli atti di un procedimento penale alla Consulta. Si tratta, quindi, di attività di indagine, in corso in varie parti di Italia, che trovano una giustificazione meramente formale, ma che appaiono discutibili nella sostanza".
Per l'avvocato Zaina questo tipo di sequestri "colpiscono imprenditori onesti, che si pongono esattamente al di fuori ed all'opposto del macrocosmo criminale, che operano pubblicamente, iscritti alla CCIAA, che pagano tasse, che non hanno alle spalle potentati economici e che - ove non hanno chiuso ed hanno deciso di resistere - traggono misero sostentamento da questo commercio che riguardando prodotti privi di effetti stupefacenti, appare sempre più ingiustamente perseguitato". Ecco perché, conclude il difensore del negoziante 60enne denunciato, "ricorrerò al Tribunale del Riesame di Rimini, con l'auspicio che lo stesso assuma una posizione chiara sul punto, riconoscendo la pretestuosità di una norma, l'art. 18, di cui evidenzierò i plurimi profili di illegittimità".












