Schiaffi e pugni alla moglie in hotel. Le percosse già causa di aborto spontaneo


Ha cercato di sfondare la porta della camera d'albergo dove alloggiava con la moglie, che, impaurita dalle minacce di morte ricevute dal coniuge, si era chiusa all'interno con il figlio di due anni. La polizia di Stato è stata costretta a intervenire tre volte nell'arco di poche ore prima di arrestare per maltrattamenti in famiglia un 35enne della provincia di Milano che aveva colpito la consorte con schiaffi, pugni e calci nel corso di una lite. E' stato il gestore dell'hotel, preoccupato per le urla che provenivano dal primo piano, a chiamare la polizia. Nelle prime due occasioni l'uomo era riuscito ad allontanarsi in tempo, mentre la terza volta è stato individuato dalle Volanti davanti al tre stelle di Miramare e fermato per un controllo.
Nel frattempo la moglie, raggiunta dagli agenti in stanza, ha raccontato di essere stata picchiata per futili motivi, complice anche l'abuso di alcol da parte del 35enne, che, come già capitato in passato, tornava in stanza ubriaco diventando violento. La donna agli agenti ha riferito di aver perso anche un bambino, nel 2024, mentre era incinta, a causa delle percosse subìte, ma di non aver mai denunciato il marito per paura che gli assistenti sociali potessero portarle via il figlio di appena un anno. Questa volta però la 34enne ha deciso di sporgere denuncia, allegando anche le foto delle lesioni riportate e le minacce di morte ricevute anche via WhatsApp. Il marito, che alle spalle precedenti per lesioni personali, resistenza a pubblico ufficiale e rissa, è stato condotto nel carcere dei Casetti in attesa dell'udienza di convalida.