Rimini e quell'incredibile somiglianza dei social network alle fogne


Ci hanno provato, amministrazione comunale e albergatori, ad opporsi con l'arma delle vie legali. Ma le condanne per diffamazione arrivano dopo mesi dalla pubblicazione, quando il danno di immagine è ormai già fatto, ed evidentemente non servono a dissuadere dalla pubblicazione di post denigratori. Diversi casi ci sono stati anche questa estate: l'ultimo proprio oggi con una foto dalla didascalia "Il mare di Rimini e quell'incredibile somiglianza con il Gange". A destare scandalo dovrebbero essere le alghe che si vedono in primo piano e che, seppur sgradevoli alla vista come il colore dell'acqua, non si capisce cosa dovrebbero avere di tossico.
La foto compare in diverse pagine, alcune con numeri esorbitanti di follower, e il solito campionario di commenti senza freni inibitori: "I topi ci saltano come i delfini"; "Hai offeso il Gange paragonandolo con Rimini"; "Al colera piace questo elemento"; "Vedo dell'acqua in questa discarica"; con contorno di parolacce, bestemmie e novelli comici di Zelig come quello che dà la colpa ai politici interessati solo alle "gangenti".
Rimini per decenni ha avuto il problema delle fogne, quelle vere. A forza di PSBO, con qualche ritardo sul programma, un po' alla volta quel problema lo sta superando. C'è però un'altra fogna, virtuale ma non per questo meno dannosa, che negli ultimi anni si sta rivelando altrettanto problematica e contro la quale servirebbe forse investire di più in campagne informative sulla qualità reale delle acque locali: la fogna dei social network, ormai sempre più discariche senza nessun filtro dove chiunque può riversare di tutto.