Sanità privata. Aiop a Regione: atteggiamento che stupisce


Resta teso il clima tra Regione e AIOP che riunisce 44 ospedali privati (5 dei quali nel riminese) dell'Emilia – Romagna. L'associazione risponde alla nota con cui la Giunta regionale ha annunciato di aver approvato l’avvio del procedimento di autotutela per l'annullamento della delibera del novembre 2024 con cui si stabilivano le procedure per il calcolo delle indennità e dei ristori legati al periodo Covid (vedi notizia). Economicamente si tratta di una partita da circa 80 milioni di euro.
"AIOP Regionale Emilia – Romagna - si legge in una nota - prende atto dalle notizie che circolano dal primo pomeriggio di oggi che la Regione ha avviato il provvedimento di autotutela circa l’annullamento della delibera n. 2133 del 11/11/2024, recante la procedura con cui le Parti, Regione e AIOP, avevano definito una fase di confronto che andava avanti da quasi tre anni ed aveva per oggetto la definizione di un ristoro e di una indennità di funzione conseguenti al ruolo giocato dalle strutture Ospedaliere Private Accreditate nella fase di emergenza Covid.
AIOP prende altresì atto che la Regione si è limitata ad affermare rilievi formali alla delibera “definita tecnicamente non applicabile”. Lo stupore per questo atteggiamento, che non affronta il tema sostanziale e si trincera all’interno di un perimetro che non riconosce alcunchè alle strutture, se non quanto stabilito genericamente da una Legge nazionale e che non differenzia in alcun modo i territori ed il grado di mobilitazione che le singole Regioni hanno richiesto alle loro strutture private accreditate, è evidente.
Bastino queste due semplici considerazioni che dipendono in via non mediata e diretta dall’accordo del marzo 2020 che stabilì tra le tante alcune prescrizioni specifiche ed accordato un anticipo che avrebbe dovuto esitare in un riconoscimento che salvaguardasse l’equilibrio economico delle varie strutture coinvolte (la rete ospedaliera dell’AIOP con 5.000 e passa posti letto).
Unica in Italia, la Regione Emilia Romagna ha richiesto al privato accreditato la totale disponibilità dei PL accreditati e non solo dei posti letto negoziati per i nostri cittadini (circa 3.300 su un totale di 5.000 posti letto complessivi) ed ha preteso ed ottenuto che le strutture coinvolte non accedessero a forme di cassa integrazione. Questo perché a quel momento – 20/3/2020 - non si conoscevano i reali confini dell’epidemia Covid e perché appunto si doveva contare sulla piena potenzialità di tutte le strutture pubbliche e private del sistema sanitario regionale.
Non ultimo, secondo l’accordo di marzo 2020, si volevano evitare anche le possibili ripercussioni sociali in capo ai dipendenti, atteso che, come è noto, la cassa integrazione copre solo parzialmente la retribuzione.
In tutte le altre regioni sono stati da tempo definiti i ristori e le indennità conseguenti alla pandemia in favore delle strutture private accreditate, anche in regioni dove le strutture, in modo flessibile, hanno potuto utilizzare la cassa integrazione.
Pertanto, i riferimenti critici ad una delibera (quella di novembre 2024) che non sarebbe tale, ad una presa d’atto che non sarebbe un provvedimento, a leggi nazionali limitative ed a risorse non stanziate, riteniamo siano errati e non rispondenti a quanto a suo tempo stabilito, messo a disposizione ed infine definito tra i vertici regionali della precedente legislatura e le strutture private accreditate.
Rinnovando peraltro la nostra disponibilità a portare sul tavolo di confronto già fissato più compiute argomentazioni e sempre disponibili a ricercare una soluzione che salvaguardi le nostre strutture e tuteli il loro legittimo affidamento sulle decisioni condivise con le istituzioni regionali, auspichiamo che il sistema sanitario regionale, di cui le nostre strutture sono parte integrante e sostanziale possa confermarsi in un’ottica di piena e costruttiva collaborazione." conclude Aiop