Riccione Terme. Lavoro a rischio per 25 dipendenti


Pasqua magra per i lavoratori di Riccione Terme: l’azienda, infatti, non anticipa il pagamento degli ammortizzatori sociali e c’è forte preoccupazione per il futuro. Di fronte alle evidenti difficoltà Filcams CGIL Rimini al termine di un’assemblea sindacale tenutasi il 10 marzo ha proclamato lo stato di agitazione sindacale per i dipendenti.
Lo storico stabilimento occupa 25 persone fisse e decine di stagionali, in prevalenza donne e con professionalità elevate legate al settore termale.
L’azienda ha richiesto al Ministero del Lavoro di collocare in Cassa Integrazione Straordinaria tutti i lavoratori dal 1 febbraio 2023. Da quel giorno sono quasi tutti sospesi “a zero ore”. La trattativa si è conclusa il 6 Marzo al Ministero del Lavoro con un mancato accordo.
Oltre a negare l’anticipo del pagamento l’azienda – afferma il sindacato – si è anche sottratta dall’assumersi ogni responsabilità in caso di diniego dell’ammortizzatore sociale da parte dell’INPS.
Nel corso del 2022 Filcams CGIL aveva già incontrato l’azienda proprio in relazione al complesso dei temi legati alla chiusura stagionale ed alle prospettive future. Circa le incognite legate alla stagionalità, Filcams CGIL aveva ribadito l’esigenza di avviare una contrattazione aziendale articolata volta migliorare la gestione delle ferie e della banca ore: richiesta
inascoltata da anni. Era stato poi chiesto di salvaguardare l’occupazione, attraverso criteri condivisi, all’apertura nel 2023. Tra l’altro lo scorso dicembre Filcams CGIL aveva reiteratamente
chiesto all’azienda di conoscere i dati utili all’analisi dei residui ferie/permessi/banca ore. Sul sito internet l’azienda informa che sono in corso lavori di manutenzione, ma non è noto quando i lavoratori potranno prendere servizio normalmente.
L'assemblea dei lavoratori ha dato mandato a Filcams CGIL Rimini per avviare urgentemente un tavolo istituzionale – in primis con il Comune di Riccione – che porti Riccione terme S.p.A. ad un serio confronto.