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sulla bara una sua 'macchina'

Riccione saluta Pico. In tanti al funerale alla chiesa di Mater Admirabilis

In foto: l'ultimo saluto a Pico
l'ultimo saluto a Pico
di Redazione   
Tempo di lettura 3 min
Mar 16 Set 2025 17:35 ~ ultimo agg. 17:46
Tempo di lettura 3 min

Sulla bara una macchina fotografica d'epoca, un albo con alcuni dei suoi scatti più belli e una sua foto con l'immancabile macchina al collo. Tante persone nel pomeriggio di martedì hanno voluto dare l'ultimo saluto a  Epimaco Zangheri, per tutti “Pico”. Il funerale è stato celebrato nella chiesa Mater Admirabilis, dal parroco don Valerio Celli. Attorno alla famiglia di Pico si sono stretti tanti concittadini, ma anche la sindaca Daniela Angelini, la giunta e numerosi amministratori .

Pico, il “fotografo della città”, si è spento domenica all’età di 95 anni e oggi una folla di riccionesi e non solo gli ha voluto rendere omaggio. Con i suoi scatti ha raccontato oltre settant’anni di vita riccionese: dalle spiagge agli eventi mondani, dalle trasformazioni urbane alle celebrità che hanno fatto tappa nella Perla Verde. Il suo archivio, composto da migliaia di immagini, rappresenta oggi una memoria collettiva e un patrimonio inestimabile che continuerà a testimoniare l’identità e la storia di Riccione.

Prima del congedo da parte del parroco la sindaca ha letto un messaggio.

"Oggi Riccione saluta uno dei suoi simboli più autentici: Epimaco Zangheri, il nostro Pico. In questi giorni è stata detta una grande verità: le sue fotografie non erano mai scatti rubati. Erano scatti condivisi, costruiti con delicatezza, con il rispetto e con quella gentilezza che tutti noi gli abbiamo sempre riconosciuto. Pico non invadeva mai la vita degli altri, la accoglieva. Non cercava di strappare un’immagine, ma di restituire un ricordo.  Questa è stata la sua forza: la discrezione, l’umiltà, la capacità di esserci sempre senza mai mettersi al centro. Così, passo dopo passo, giorno dopo giorno, con la sua inseparabile bicicletta, Pico ha raccontato Riccione con amore infinito, consegnandoci un patrimonio che non è solo fotografico, ma profondamente umano. Nelle sue immagini ci sono i grandi volti che hanno reso celebre la nostra città, ma soprattutto ci siamo noi: le famiglie, i turisti, le generazioni di riccionesi che grazie a lui hanno visto fissati nel tempo i propri ricordi. Pico ci ha insegnato che la storia di una città non vive solo nei grandi eventi, ma anche nei sorrisi semplici, nelle feste, nei momenti difficili come il fortunale del 1964 o le mucillagini del 1989, e nelle giornate comuni. Oggi lo ringraziamo per averci lasciato questo dono: un archivio che è memoria e insieme identità, un testimone d’amore che continuerà a parlare anche alle generazioni future. Grazie, Pico, per la tua discrezione, per la tua umiltà, per il tuo amore sconfinato verso Riccione"

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