forte "fidelizzazione"
Report Agenas: il 91% dei riminesi si cura negli ospedali locali
di Redazione
Mer 10 Dic 2025 13:36 ~ ultimo agg. 17:23
Il Piano nazionale esiti 2025 presentato da Agenas, l'Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali, oltre a confermare l'alto livello di assistenza degli ospedali romagnoli (vedi notizia) mette in evidenza un altro importante aspetto: dove si curano i residenti. Nel 2024, il 90,6% dei 164.000 ricoveri che hanno riguardato i residenti dell’area romagnola è avvenuto all’interno delle strutture pubbliche (75,7%) e private (14,8%) dell’Ausl Romagna. Solo il 9,4% dei ricoveri è stato effettuato fuori dall’Azienda, presso altre strutture regionali o di altre regioni. In pratica, circa il 91% dei residenti ha scelto gli ospedali del territorio. Valori che sono superiori alla media regionale, comunque molto elevata (84,5%). Guardando ai residenti nel distretto di Rimini, la percentuale di chi ha scelto di affidarsi alle strutture dell’Ausl Romagna è del 91,4%, tra le più alte della Romagna.
"Oggi quindi più di nove residenti su 10 sceglie di restare a Rimini e in Romagna per le cure ospedaliere - commenta l'assessore alle politiche per la salute del Comune di Rimini Kristian Gianfreda -. Una ‘fidelizzazione’ che esprime un’elevata fiducia e di un’altrettanta soddisfazione da parte dei pazienti, soprattutto ripensando a come, fino a non molti anni fa, la tendenza al ‘nomadismo sanitario’ fosse decisamente più accentuata, scendendo di non pochi punti percentuali.
Abbiamo investito sull’azienda Romagna e dobbiamo continuare a farlo, parallelamente potenziamento dei servizi sociosanitari di prossimità, per le potenzialità che l’Azienda ha dimostrato di avere e per l’eccellenza che questa rete dimostra di saper offrire.
Per Gianfreda merito di questo percorso è anche l'aver creduto nell'Ausl Romagna: "Proprio la scelta di unire gli sforzi in una Azienda unitaria ha consentito alla Romagna di reggere meglio che tantissimi altri territori le sfide e le difficoltà di una sanità che è diventata problema primario nazionale. È chiaro quindi che i risultati raggiunti non possano sfociare nel trionfalismo. Adesso ci attende una nuova fase e per questo serve tutta l’attenzione della politica, per garantire l’equità e per migliorare ancora l’accesso ai servizi in un territorio così complesso, vasto ed eterogeneo, messo di fronte ai serissimi problemi economici, finanziari e organizzativi della sanità italiana".
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