Gruppo Aeffe e non solo. A Fuori dall'Aula si parla di industria in difficoltà
Non è un momento semplice per l'industria emiliano romagnola. L'ultimo caso eclatante, che si è guadagnato anche la ribalta nazionale, è quello del Gruppo Aeffe che vede 221 lavoratori, tra San Giovanni in Marignano e Milano, a rischio licenziamento. I numeri in crescita della cassa integrazione, con la sola eccezione di Rimini e Ravenna, testimoniano però di criticità diffuse che colpiscono in particolare alcuni comparti. Se ne parlerà nella nuova puntata di Fuori dall'Aula in onda, come ogni mercoledì, alle 18 e alle 21.05 su Icaro TV (canale 18). Ospiti Renzo Crociati della segreteria confederale Cgil di Rimini, il presidente della Camera di Commercio della Romagna Carlo Battistini e la consigliera regionale del Pd Emma Petitti. Sarà anche proposta una intervista al consigliere regionale di Fratelli d'Italia Nicola Marcello. Nel corso della trasmissione si parlerà anche della delicata situazione dell'ex Officina Grandi Riparazioni Trenitalia di Rimini.
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In Emilia Romagna nei primi nove mesi del 2025 sono cresciute le ore autorizzate di cassa integrazione: 45 milioni complessivi con un aumento dell’11,4% sul 2024 e del 71,2% sul 2023. Ma se la cassa ordinaria ha segnato un aumento contenuto, +0,3%, a preoccupare è il +37,6% di quella straordinaria che solitamente evidenzia vere e proprie crisi strutturali. In Emilia Romagna risultano attivi poi 50 tavoli di crisi che riguardano imprese operanti in regione e che coinvolgono circa 10 mila lavoratori. Nell’analisi delle varie province, solo Rimini e Ravenna, in tutta l’Emilia Romagna, hanno evidenziato un calo delle ore autorizzate di Cassa Integrazione (rispettivamente -26% e -14,4%). Nel riminese, alla drastica diminuzione della Cig nel settore delle attività meccaniche, fa però da contraltare l’aumento nel comparto tessile e dell’abbigliamento ma anche nel legno e nella chimica.
Segnali da non trascurare che si accompagnano anche ai primi scricchiolii sull’export che nei primi sei mesi dell’anno ha visto un calo del 6,5% a livello regionale. Un segno meno arrivato in un contesto che ancora deve confrontarsi con le conseguenze delle crisi internazionali e dei dazi imposti dagli Stati Uniti che si faranno sentire proprio sui territori e sui comparti più vocati alle esportazioni












