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Poche alghe e qualche medusa. Un’estate di respiro per il mare Adriatico

di Redazione   
Tempo di lettura 2 min
Lun 25 Ott 2004 18:04
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La costa emiliano romagnola, soprattutto la riminese, è stata quest’estate un’isola felice: nessuna, o quasi, presenza delle tanto temute mucillagini, che hanno invece infestato altre aree dell’Adriatico, come la Dalmazia e le Isole Tremiti, finora sempre risparmiate dalla viscida presenza.
Nel mare nostrum, le mucillagini sono sì apparse dopo il 10 giugno, ma al largo, oltre 30 chilometri dalla costa e per lo più in profondità; fenomeno quest’ultimo che ha provocato qualche disturbo alla pesca. La prima parte dell’estate è stata la migliore, con una trasparenza dell’acqua rara dalle nostre parti. Solo all’inizio d’agosto è tornata a farsi vedere la microalga fibrocapsa japonica che l’anno scorso provocò non pochi problemi sulle coste riccionesi. Quest’anno, per fortuna, la sua presenza, caratterizzata da acque brune e torbide è stata solo saltuaria e concentrata ad agosto, periodo in cui anche il mare soffre dell’innalzamento della colonnina di Mercurio. Nello stesso periodo la Daphne ha registrato l’unico caso di anossia della regione, nelle vicinanze del Delta del Po, con una, fortunatamente, contenuta moria di pesci.
Con la fine dell’estate sono diminuiti gli occhi puntati al mare ma gli esperti hanno rilevato fioriture di masse microalgali rosse al largo di Viserba. Se alghe e mucillagini non hanno disturbato i bagni in mare dei turisti in molti hanno però portato a casa dalle vacanze un non troppo gradevole ricordo: i segni dell medusa marsupiale, non tra le più urticanti, ma in gran quantità nelle aree costiere emiliano-romagnole.
Altro evento che ha suscitato clamore gli spiaggiamenti di testuggini, dodici casi in soli tre giorni, dal 25 al 28 settembre, i giorni della forte mareggiata. Alcune tartarughe caretta caretta sono arrivate a riva priva di vita a causa di incidenti non prevedibili, altre sono state salvate in extremis. Fenomeno che dimostra che molti, più di quanto si pensava, di questi sornioni rettili frequentano l’alto adriatico, probabilmente per le acque basse che permettono di spendere poche energie per raggiungere fondali ricchi di crostacei e molluschi.

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