Imprese, regna l'incertezza. Primo semestre tra luci ed ombre


Luci ed ombre per le imprese romagnole nei primi sei mesi di un 2025 caratterizzato da un clima di incertezza causato dall’instabilità geopolitica e dalle crescenti tensioni commerciali, in primis i dazi USA. È quanto emerge dall’indagine congiunturale del Centro Studi di Confindustria Romagna, che ha analizzato le variazioni del primo semestre rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente, e le previsioni per il prosieguo dell’anno.
“La mancanza di punti fermi e di certezze è la peggiore condizione per chi deve pianificare, decidere, investire – afferma il presidente Mario Riciputi – e nella prima parte dell’anno le imprese esportatrici sono state in balia di continui annunci di provvedimenti poi sospesi, trattative, continui cambi di direzione fino all’accordo di pochi giorni fa. Un disorientamento che ha inciso sulle prospettive di investimento”.
Nel quadro regionale, le imprese romagnole presentano segnali contrastanti con alcuni elementi di tenuta ma anche con criticità diffuse. La produzione del primo semestre mostra una crescita di appena lo 0,1% mentre il fatturato totale registra una flessione del -1,8%, con una diminuzione più marcata nell’ambito dell’export, -4,7%, rispetto a quello interno, -0,7%. In controtendenza invece l’occupazione che segna un aumento del +3,3%.
Per quanto riguarda gli ordini totali il 40,5% ha avuto una stazionarietà, per il 38,9% sono stati in aumento e per il 20,6% in diminuzione. Gli ordini esteri sono stazionari per il 61,8%, in aumento per il 22,9% e in diminuzione per il 15,3%. Le giacenze sono stazionarie per il 74,8% in aumento per il 10,7% e in diminuzione per il 14,5%. I costi per le materie prime sono stati stazionari per il 51,1% in aumento per il 42,7% e in diminuzione solo per il 6,2% delle aziende.
Guardando al secondo semestre, le aspettative delle imprese romagnole delineano un quadro di cauta stabilità, con segnali di fiducia moderata e una gestione prudente delle risorse produttive e occupazionali.
La produzione è prevista in aumento dal 40,5% delle imprese, stazionaria dal 51,9% mentre il 7,6% degli imprenditori prevede una diminuzione. Per quanto riguarda le previsioni sugli ordini: il 49,6% delle aziende prevede una stazionarietà, il 42,7% un aumento e il 7,7% una diminuzione.
La valutazione di stabilità però è stata raccolta prima dell’annuncio definitivo dei dazi americani e andrà rivista alla ripresa a settembre.
Per quel che riguarda le giacenze, il 64,9% delle imprese le prevede stazionarie, il 29,8% in aumento e il 5,3% in diminuzione. Le previsioni sull’occupazione sono stazionarie per il 65,6% del campione, in crescita per il 28,2% ed in calo per il 6,2%. Il dato conferma la volontà di consolidare la forza lavoro, con un basso rischio di contrazione occupazionale. Le previsioni per l’utilizzo della cassa integrazione nei prossimi mesi risultano da escludersi per il 75% dei rispondenti, probabile ma limitata per il 7,8%, poco probabile per il 10,2% e probabile e consistente per il 7%. La difficoltà di reperimento del personale rimane un tema rilevante, il 40% registra una elevata o molto elevata difficoltà.