Piano Spiaggia: demolizioni, accorpamenti, mare d'inverno e i rischi delle aste


Il nuovo piano spiaggia di Rimini, dopo un lungo percorso e qualche mese di ritardo, si appresta ad arrivare in consiglio comunale dopo la prima adozione nel 2024. Nel periodo di deposito e pubblicazione sono pervenute 339 osservazioni e controdedotte 712 richieste di cui più di un terzo (260) sono state accolte o parzialmente accolte.
Il documento, presentato in commissione consigliare, prevede alcune novità importanti. L’obiettivo è quello di favorire gli accorpamenti tra gli stabilimenti dando la possibilità sia di micro che di macro aggregazioni, consentendo in quest’ultimo caso la realizzazione di piscine. Le superfici coperte saranno ridistribuite e ridotte del 10% con un arretramento dei manufatti verso il lungomare, aspetto fondamentale anche per una destagionalizzazione della spiaggia. Le strutture saranno anche rialzate. Chi vuole riqualificare, dovrà demolire e ricostruire. Tra gli aspetti messi in risalto c’è poi l’aumento delle spiagge libere: ci saranno varchi all’altezza di ogni piazza del Parco del Mare e le zone libere passeranno da 1,1 a 1,5 km di fronte lineare.
Previsto anche un percorso pedonale sulla spiaggia (parallelo alla battigia) che nella zona nord compenserà i limiti del Parco del Mare (rimasto carrabile) mentre in zona sud offrirà un’alternativa, mettendo in relazione i pubblici esercizi sull’arenile con il lungomare.
Il numero di concessioni resterà inalterato, anche se alcune saranno ridotte. Resta però la spada di damocle della Bolkestein, con le evidenze pubbliche che ormai sono dietro l’angolo, anche se i bandi che i comuni dovranno predisporre attendono ancora gli esiti del “tira e molla” tra Governo ed Ue sugli indennizzi. Il regime concessorio, disciplinato dal codice della navigazione, prevede che al termine della concessione sull’arenile si lasci tabula rasa. Questo significa che i concessionari uscenti saranno chiamati a demolire tutti i manufatti. Poi il subentrante dovrà realizzarne di nuovi in base a quanto previsto dal nuovo piano spiaggia con un iter burocratico che rischia di ingessare gli uffici del comune. Stiamo lavorando, spiega l’assessora al demanio Valentina Ridolfi, per capire come gestire questa situazione complicatissima con centinaia di concessioni che andranno all’asta e il rischio di un blocco dell’attività di spiaggia.
Gli unici manufatti non amovibili sull’arenile sono il Delfinario, il Nettuno e il Talassoterapico. Il nuovo piano contiene anche il progetto per l’area della ex Colonia Enel che sarà demolita per lasciare spazio ad una piazza sul mare con servizi e parcheggi.
Ma non mancano le critiche. Gli operatori balneari contestano in particolare il criterio della demolizione e ricostruzione, non sempre attuabile, ma l'unica opzione per chi vuole riqualificare.
Roberto Biagini dell’associazione Mare Libero punta il dito invece su un arenile eccessivamente privatizzato e con poche spiagge libere (nessuna in zona nord). “Rimini era la città della libertà e delle pari opportunità per tutti, soprattutto in tema di accesso al mare. Diventerà la città dei privilegi e dei privilegiati” commenta.
Obiettivi specifici del Piano
.il mantenimento del numero delle concessioni (stabilimenti balneari e pubblici esercizi di spiaggia);
. l’accorpamento delle superfici e l’incremento della permeabilità visiva;
. l’incremento del fronte delle spiagge libere;
. la riduzione del 10% delle superfici presenti sull’arenile e la qualificazione del patrimonio edilizio;
. la destagionalizzazione;
. potenziamento delle connessioni con il Parco del Mare e con la città;
. l'arretramento delle strutture costruite sull’arenile e la protezione dall’allagamento costiero