Paese che vai...sportello bancario che chiude. Provincia in grave difficoltà
Paese che vai...sportello bancario che chiude. Un fenomeno purtroppo sempre più diffuso e che vede proprio la provincia di Rimini come uno dei territori più colpiti. In Romagna l’Indice di Desertificazione Provinciale vede infatti Ravenna come la provincia più presidiata a livello nazionale con un indicatore di 29, Forlì-Cesena con 88 in linea con la media italiana, mentre Rimini, con indice di 183, mostra le maggiori criticità. A soffrire sono in particolare le zone dell’Appennino e quelle interne dove si riscontra una vera e propria rarefazione dei servizi. Tra i comuni completamente privi di filiali c’è, ad esempio, Sant’Agata Feltria mentre tra quelli che dipendono da un unico sportello bancario figurano Montescudo–Monte Colombo e San Clemente, con rispettivamente quasi 6.800 e 5.700 abitanti, Saludecio con poco più di 3.000 residenti, Pennabilli e Montefiore. Questi paesi condividono caratteristiche che amplificano il rischio di esclusione: popolazione anziana, scarsa alfabetizzazione digitale e ridotte possibilità di mobilità. E negli ultimi dodici mesi, evidenzia Cisl Romagna, la situazione è peggiorata ulteriormente: nelle aree montane interne, i comuni completamente privi di sportelli sono aumentati dal 58,3% al 61,5% tra settembre 2024 e settembre 2025, segnalando una desertificazione più rapida del calo demografico. In controtendenza le banche di credito cooperativo che continuano a rappresentare un presidio in molte realtà periferiche, garantendo un punto di accesso ai servizi finanziari.
“La chiusura di uno sportello bancario non è un semplice dato economico, ma un fenomeno che impatta direttamente su famiglie, lavoratori autonomi e microimprese - commenta la Segretaria Generale delle FIRST CISL Romagna Valentina Brandi -. Nelle aree interne, la perdita di un presidio bancario rallenta i commerci locali, indebolisce le attività artigiane e agricole e aumenta il rischio di marginalità economica e sociale. Mantenere sportelli attivi significa difendere la vivibilità dei territori e la coesione delle comunità. First Cisl Romagna lavora costantemente affinché i processi di riorganizzazione non si traducano in uno svuotamento progressivo dei comuni periferici, ma mantengano una funzione sociale essenziale per famiglie, imprese e microimprese.”
“Il fenomeno della desertificazione bancaria nelle aree interne della Romagna non può essere visto solo come conseguenza dello spopolamento - aggiunge Francesco Marinelli Segretario Generale CISL Romagna -. Si tratta invece di una strategia dei gruppi bancari orientata all’efficienza e alla razionalizzazione delle reti, che privilegia le aree ad alta densità e lascia progressivamente scoperte le zone periferiche. Nei piccoli comuni, la chiusura di uno sportello bancario non è un dato statistico neutro: rallenta la circolazione economica, riduce l’accesso al credito per le microimprese e le attività artigiane, limita i servizi essenziali per famiglie e anziani e aumenta il rischio di isolamento sociale. Senza interventi mirati, queste scelte rischiano di compromettere la vitalità economica e la coesione delle comunità locali, rendendo più difficile per i residenti continuare a vivere e lavorare nei loro territori. È quindi fondamentale che istituzioni, banche locali e organizzazioni sindacali lavorino insieme per mantenere un presidio stabile di servizi finanziari, garantendo supporto concreto alle imprese, alle famiglie e alle fasce più fragili della popolazione.”












