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DDA di Reggio Calabria

Operazione Millennium. Faccendiere della 'ndrangheta arrestato a Cattolica

In foto: @Carabinieri
@Carabinieri
di Redazione   
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Gio 22 Mag 2025 10:14 ~ ultimo agg. 11:23
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Figura anche Rimini tra le province italiane toccate dalla maxi operazione antimafia denominata "Millenium", coordinata dalla DDA di Reggio Calabria, che ha portato all’arresto di 97 persone. Un'inchiesta, quella diretta dal procuratore Giuseppe Lombardo, che ha colpito le più potenti cosche calabresi. Il legame con la nostra provincia riguarda un imprenditore di 57 anni originario della provincia di Reggio Calabria, ma residente a Cattolica, finito agli arresti domiciliari. L'uomo avrebbe svolto un ruolo di "faccendiere", procacciando affari e collaborando con alcune delle figure di spicco operanti in Calabria. Avrebbe anche tenuto i contatti con aziende e rappresentanti istituzionali (non della provincia di Rimini però), di fatto diventando il 'tramite' tra il mondo criminale e l'economia sana. 

Il 57enne si districava, secondo le carte dell'inchiesta, in una fitta rete di affari sporchi: dalla fornitura di mascherine e tamponi alle aziende sanitarie calabresi all'acquisto di ponteggi e impalcature per cantieri, fino al riciclaggio di denaro illecito in aziende cinesi. L'indagato, in particolar modo, avrebbe goduto della protezione e dei favori di uno degli esponenti di vertice della 'Ndrina Barbaro di Platì, un 69enne che, pur essendo di fatto domiciliato in Calabria, è risultato residente nel comune di Rimini dove è anche titolare di un piccolo appezzamento. A Torre Pedrera, nel febbraio del 2022, si sarebbe svolto uno degli incontri tra il 69enne e il faccendiere stabilitosi a Cattolica. 

Gli arrestati sono accusati, a vario titolo, di associazione mafiosa, traffico internazionale di droga, estorsione, sequestro di persona a scopo di estorsione, scambio elettorale politico-mafioso, porto e detenzione di armi. Le accuse si basano sull’esistenza di una struttura criminale organizzata, in grado di gestire il traffico di stupefacenti in regime di monopolio, grazie a un'alleanza sovraordinata tra cosche. L’operazione è stata eseguita dai carabinieri del comando provinciale di Reggio Calabria, con il supporto dei militari dei comandi territoriali coinvolti.

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