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Operazione Mercedes: il riciclaggio cinese approfittava dello spaccio

di Redazione   
Tempo di lettura 3 min
Gio 8 Mar 2012 09:45 ~ ultimo agg. 15 Mag 13:30
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Un’organizzazione marocchina che faceva arrivare la droga in Italia dalla Spagna. A conclusione delle indagini, oggi sono scattati gli arresti dell’Operazione Mercedes, portata avanti in collaborazione tra squadra mobile di Rimini e Nucleo Tributario della Guardia di Finanza.

La squadra mobile di Rimini vi si è imbattuta quasi per caso: era il 2008 quando ha scoperto un gruppo di spacciatori che si incontravano in un bar del riminese. Gli inquirenti allora non sapevano che andando a verificare i canali di approviggionamento si sarebbe aperta un’indagine che sarebbe poi arrivata alla Direzione Antimafia di Bologna. Indagini che si sono concentrate a Milano, Lodi, Roma, Prato, oltre che in diverse località della Spagna. In due anni la polizia riminese ha monitorato un traffico di 5mila kg di hashish e arrestato in flagranza per spaccio trenta persone. 67 quelle denunciate: grazie a appostamenti e intercettazioni telefoniche. E’ ricostruendo i capitali di questi che è stato scoperto il ruolo inatteso in particolare di un imprenditore cinese 40enne che vive a Roma, ora finito in manette. Tra i beni sottoposti a sequestro preventivo dalla Guardia di Finanza:ci sono una megavilla a Guidonia e un’area industriale tessile a Fiumicino. In totale l’operazione ha portato al sequestro di beni per sei milioni tra mobili, immobili e 21 auto. In un video girato dagli inquirenti si vedono i simboli, come quelli di una nota marca di auto, marchiati sui panetti di droga che arrivavano dalla Spagna da cui prende nome l’operazione: Mercedes.

Il cinese non aveva nulla a che fare con lo spaccio della droga anche se i trafficanti marocchini dalla Spagna la consegnavano nelle sue mani: in pratica anticipava con propri mezzi la compravendita di partite di droga per ripulire il suo denaro sporco. Nel 2008 all’aeroporto di Fiumicino al cinese vennero sequestrati 1 milione e 300mila euro. Dopo essere stato pizzicato dalla Finanza aveva iniziato a diversificare, intestando case e società ai parenti. Ma le Fiamme Gialle non l’hanno mollato: dalla telefonata seguita a un controllo in strada, la riprova delle sue attività di riciclaggio. Spiega Mario Venceslai, comandante della Guardia di Finanza di Rimini: “Al telefono a uno dell’organizzazione marocchina il cinese spiegava di essere stato fermato con 157mila euro, ma che non c’era nessun problema: quella cifra era infatti già stata oggetto di una fattura”.

27 gli ordini di custodia cautelare che si stanno eseguendo all’esito delle indagini, tre con mandato di arresto europeo: ecco perchè gli inquirenti non hanno svelato i nomi degli arrestati.

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