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dibattito in corso

Nuovo mercato ittico. Montini risponde ai detrattori: due gli errori di fondo

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di Redazione   
Tempo di lettura 4 min
Mer 1 Ott 2025 12:09 ~ ultimo agg. 13:56
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Solo pochi giorni fa il Comitato Sinistra del Porto è tornato a criticare il progetto per il nuovo mercato ittico che sorgerà nel quartiere (vedi notizia). Due le principali motivazioni sostenute dal gruppo di cittadini che renderebbero inutile la struttura: il fatto che ci sia già un mercato ittico, in fase di ampliamento grazie a fondi PNRR al CAAR e il declino del settore pesca. 

Alla posizione del comitato risponde l'assessora Anna Montini, contestando le tesi avanzate

Sul Primo punto, quindi sul fatto che ci sia già un secondo mercato ittico a Rimini. "Non è vero. Il CAAR ha ricevuto un finanziamento di 10 milioni per realizzare una serie di interventi attesi da tempo, in primis la realizzazione di impianti fotovoltaici su tre padiglioni esistenti e sul nuovo padiglione 4. Il restante finanziamento sarà utilizzato per una serie di interventi di efficientamento energetico e per la realizzazione di un nuovo fabbricato per il “mercato Ittico” (Padiglione 4), destinato alle attività di commercio, logistica e conservazione dei prodotti". 

"E’ molto chiaro quindi che, nel caso di quello ottenuto dal CAAR, non si tratta di un finanziamento per la realizzazione di un vero Mercato ittico bensì per una serie di interventi di realizzazione impianti fotovoltaici e sistemi di efficientamento energetico, di ammodernamento generale e di realizzazione di un nuovo padiglione, piccolo relativamente alla dimensione dei padiglioni esistenti usati per il settore ortofrutticolo, destinato al comparto ittico (un investimento quest'ultimo di 2-3 milioni dei dieci a disposizione). Attualmente al CAAR operano tre grossisti che trattano pesce (non si tratta di pescatori) ed è a questo comparto che è destinato il padiglione 4, per dare loro un p' più di spazio di quello che hanno attualmente. Non si tratta in alcun modo di un mercato ittico con sistema di vendita all’asta".

Un mercato ittico deve avere una sala d'asta, con tutta la tecnologia per la vendita con dispositivi elettronici e una serie di sedute per gli acquirenti, spazi per il conferimento del pescato, spazi per il post vendita, sistemi refrigeranti e altri spazi per il pubblico, per la formazione, stanze per i servizi veterinari e gli uffici amministrativi. "Tutto questo - spiega la Montini - è quello che è in progetto per la zona della sinistra del porto che andrà a sostituire il mercato ittico con sala d’asta di Via Leurini. Ed è questo che corrisponde al progetto presentato dal Comune di Rimini al Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste) e finanziato dallo stesso Ministero, su fondi FEAMPA, con 7 milioni di euro a cui il comune ne aggiunge 2. Il commercio all'ingrosso dei prodotti della pesca è "servizio pubblico".

"L’area verde menzionata dal Comitato è l’area dove un accordo urbanistico ha previsto - già da tanti anni e presente in numerose pianificazioni - il nuovo mercato ittico e ad altre strutture del settore cantieristico. Un accordo urbanistico è un patto intergenerazionale nella città. Gli edifici residenziali sono stati realizzati in coesistenza di quella previsione urbanistica nell’area verde". 

Sul Secondo punto per cui la pesca sarebbe in calo: "Non è vero". L'assessora porta a sostegno dell'affermazione il fatturato dell'attuale mercato ittico passato dai circa 9,5 milioni del 2020 ai 10,6 milioni del 2024.  "I quantitativi del pescato sono calati, dopo gli anni 2015-2016, a seguito delle disposizioni normative europee che hanno favorito la rottamazione (a Rimini in quegli anni hanno aderito solo 5 imbarcazioni su circa 90) e successivamente hanno ridotto i giorni di pesca settimanali da portandoli, a partire dal 2018, da 5 agli odierni 3 ora stabilizzati". Dai dati recenti si evince: "Agosto 2025: fatturato +9%, pescato + 4% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente. Settembre 2025: post apertura pesca 18.986 casse vendute (+31,00%) fatturato 730.907 euro (+42.20%), pescato kg.113.746 (+13,90%)". Anche la domanda di pesce - aggiunge l'assessora - mostra un costante aumento, trainata dalle abitudine alimentari delle famiglie e della presenza di un settore ristorazione molto importante. 

"Le marinerie locali - conclude - hanno un futuro e hanno un grande valore. Se anche le istituzioni e le cittadinanze in cui convivono credono in loro. 
Abitare vicino al porto vuole dire abitare vicini al luogo di sbarco del pescato e alle attività collegate.  Manteniamo vivo il settore e diamo valore al pescato a corto raggio e con rientro in porto delle imbarcazioni quasi ogni sera. L’alternativa è la pesca industriale con grandi flotte, anche e soprattutto straniere, che pescano in acque internazionali con semilavorazione del pesce a bordo e rientro nei porti anche ogni quindici giorni".

 

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