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Taglio di 60 milioni

Marcello (FdI): "tagli a sanità privata indeboliscono il sistema regionale"

In foto: repertorio
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di Redazione   
Tempo di lettura 2 min
Mar 29 Lug 2025 17:53 ~ ultimo agg. 18:13
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Continua a tenere banco la querelle tra Regione ed Aiop in merito all'eventuale richiesta di restituzione dei ristori erogati alle strutture sanitarie private convenzionate nel 2020. Il consigliere regionale riminese Nicola Marcello (FdI), insieme alla capogruppo Marta Evangelisti, ha chiesto alla Giunta di "chiarire se sia consapevole del rischio concreto di indebolire strutturalmente il servizio sanitario regionale, tagliando fuori un comparto che ha garantito la tenuta del sistema durante l’emergenza pandemica e che oggi rappresenta una risorsa essenziale per cittadini, territori e fonte anche di 'incoming' sanitario da altre regioni".

Il consigliere ha ricordato poi che a fronte del taglio degli impegni assunti, "le strutture private accreditate sarebbero oggi di fronte a un taglio di circa 60 milioni di euro nel budget 2025, una riduzione che rischia di rendere insostenibile l’attività ordinaria, con possibili chiusure di reparti, sospensione di prestazioni e mancata sostituzione del personale sanitario in uscita, con un grave impatto sull’offerta di servizi".

Sottolineando come siano "una quarantina le strutture private accreditate operanti da Rimini a Piacenza che garantiscono circa il 25-27% delle prestazioni ospedaliere e ambulatoriali erogate grazie ad un contributo di 360 milioni di euro a fronte di una spesa sanitaria complessiva di oltre 10 miliardi", Marcello ha chiesto chiesto conto anche "dell'evidente decisione attuata dall'Emilia-Romagna che è in evidente controtendenza rispetto ad altre Regioni italiane, come Lombardia e Piemonte, che hanno già garantito i ristori alle strutture private accreditate".

Nel chiedere anche se l'esecutivo regionale "non ritenga questo atteggiamento troppo ideologico, penalizzante per l’intero sistema sanitario integrato e gravoso per le fasce di cittadini più deboli spinte per esigenze urgenti verso strutture private completamente a pagamento", Nicola Marcello ha invocato la revoca di un provvedimento che "potrebbe mettere a rischio la tenuta dell’intero sistema".

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