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Cgil e PD nel mirino

Manifestazioni pro Gaza, gli interventi critici: iniziative "faziose"

In foto: la manifestazione partita dall'Arco d'Augusto
la manifestazione partita dall'Arco d'Augusto
di Redazione   
Tempo di lettura 4 min
Ven 3 Ott 2025 13:40 ~ ultimo agg. 14:06
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Nella giornata dello sciopero generale e delle manifestazioni un po’ in tutta Italia, non mancano i commenti critici nei confronti della mobilitazione. 
Secondo il deputato forlivese della Lega Jacopo Morroneappare evidente che la Cgil, ormai trasformatasi in partito politico fortemente ideologizzato, sia in grave difficoltà e stia perdendo credibilità di giorno in giorno inseguendo il movimentismo fazioso delle piazze propal, mettendosi sullo stesso piano di chi vuol devastare il Paese”. Per l’esponente del Carroccio “il vero scopo dell’attuale ‘flotilla’ è stato quello di prendere spazio nei media e nei social. Obiettivo riuscito più che altro in Italia dove i media hanno garantito spazi sovradimensionati ai partecipanti e in generale a una protesta capziosa alimentata dalla propaganda dell'islam politico”. Morrone attacca la Cgil e spiega come “la stragrande maggioranza degli italiani se ne sta ben lontana e non sopporta più i soprusi derivanti da scioperi selvaggi e interruzione di pubblici servizi, teme le violenze, le distruzioni e l'insicurezza generate da chi si insinua nei cortei e nelle piazze con l'obiettivo di seminare il caos sovversivo”. “Sindacati moderni, consapevoli delle dinamiche sociali, autorevoli e affidabili come interlocutori in qualsiasi tavolo di trattativa – conclude l’onorevole -, fanno prevalere il dialogo e gli interessi dei loro rappresentati che è anche l’interesse del Paese, con lo sciopero usato come ultima ratio e certamente non come arma ideologica”.
Molto critico anche il commento di Carlo Rufo Spina, consigliere comunale di Fratelli d’Italia a Rimini. “Quanto è confortante nel 2025 – scrive, ironizzando - vedere sfilare cortei di antagonisti con le bandiere rosse e la sempre democratica “falce e martello” mentre urlano slogan di lotta e inneggiare all’anticapitalismo ed alla distruzione della società occidentale con l’immancabile ritornello “blocchiamo tutto”.” “Ovviamente – conclude Spina - la Palestina deve essere “libera dal fiume fino al mare”, quindi tutti questi manifestanti sono a favore della distruzione dello Stato di Israele”. 

Sulle iniziative interviene anche Giorgia Bellucci del Partito Liberaldemocratico di Rimini. "La domanda da porre ai manifestanti di queste ore è semplice: siete favorevoli o contrari al piano di pace proposto dal presidente Donald Trump, sostenuto dagli Stati arabi, dall’Autorità Nazionale Palestinese, da diversi Paesi europei e persino dal Papa? Se la risposta è “sì”, la piazza avrebbe dovuto manifestare con forza per chiedere ad Hamas di accettare l’unico piano oggi sul tavolo per garantire un futuro all’area. Non è un piano perfetto, ma è l’unico realistico. Invece i cori scanditi nelle piazze erano “Free Free Palestine!” e “Palestina Libera”: slogan di facile presa emotiva, ma privi di significato concreto se poi non si sostiene l’unico tentativo reale di fermare la guerra e il massacro in corso a Gaza.
Se invece la risposta è “no”, allora il vero obiettivo di questa mobilitazione non è la sorte dei civili di Gaza, ma il tentativo di usare il conflitto come strumento per delegittimare il governo in carica. Quindi si spiega lo slogan “Blocchiamo tutto!” e le sue conseguenze. L’occupazione delle università, degli scali ferroviari, portuali e la guerriglia urbana che ieri sera si è vista a Bologna: lanci di pietre e oggetti, incendi e atti vandalici contro beni pubblici e privati. È dovuto intervenire il sindaco Lepore per denunciare quanto accaduto, lui che da tempo è schierato apertamente a sostegno della causa palestinese".
Nel mirino finisce poi il Partito Democratico sceso in piazza coi manifestanti. "Colpisce il cambiamento di un partito che un tempo era percepito come istituzionale, prudente, persino fin troppo moderato - rileva Bellucci - e che oggi appare sempre più movimentista, inseguendo le battaglie di Potere al Popolo, del sindacato USB e dei centri sociali, abbandonando di fatto il resto del proprio elettorato".
Il Partito Liberaldemocratico, conclude Bellucci, mette come priorità "fermare la guerra e riprendere il percorso che porta alla nascita di due popoli e due stati, senza i terroristi di Hamas, e che si riconoscano a vicenda"
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