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di Carlo Alberto Pari

Lo sport tra irrazionalità e violenza. Una riflessione

di Redazione   
Tempo di lettura 2 min
Dom 10 Nov 2024 07:03
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Si susseguono, senza soluzione di continuità, i drammi nel mondo dello Sport. Oltre alle imprevedibili disgrazie, come la recente morte della giovane atleta durante un allenamento, turbano le incontenibili e pericolose esplosioni di violenza, ormai tristemente usuali, messe in atto da frange incontrollabili di tifoserie. Fermiamoci a riflettere con razionalità, ponendoci delle domande. Il fine dello sport, è quello di creare enormi indotti economici, fomentati dalla canalizzazione delle masse? Il fine dello sport, è quello di subire continue infiltrazioni di tipo mafioso, che sfruttano i tifosi per lucrare guadagni enormi, gestendo il potere con le minacce e la violenza? Il fine dello sport, è l’agonismo esasperato, dove spesso si mette a rischio la salute ed a volte la stessa vita degli atleti, il tutto, finalizzato a qualche decimo di secondo o centimetro in più o in meno? Il fine dello sport, è permettere agli atleti di gareggiare in qualità di dilettanti, anche quando sono assunti da corpi dello Stato per allenarsi come dei professionisti? Il fine dello sport, è quello di contribuire ad ampliare la piaga delle enormi diseguaglianze sociali, remunerando gli atleti eletti con cifre imparagonabili e forse immorali, rispetto a qualsiasi altro lavoro?

Verosimilmente, tutti possiamo fare qualcosa per migliorare la situazione, ad esempio, dedicando meno tempo, denaro ed interessi alla visione e soprattutto, attribuendo il giusto valore alle gestualità sportive, contenendone l’inutile esaltazione. Di converso, è necessario implementare la pratica, a qualsiasi età: la vera essenza dello Sport. L’attività motoria, in generale, contribuisce in modo efficace al mantenimento della salute e dispensa benefici persino per il sociale e per l’economia del Paese. A differenza dello sport spettacolo, dove non di rado, in molti finanziano la ricchezza di pochi, nella pratica delle attività sportive amatoriali, per ogni euro investito, recenti studi indicano un ritorno di oltre 5 euro di risparmi per la sanità pubblica! Difficile trovare investimenti altrettanto remunerativi. Quale migliore contributo possiamo offrire, per salvaguardare un bene pubblico di fondamentale importanza, da tempo sotto spietato attacco: LA SANITÀ UNIVERSALE ? Forse, anche alcune Istituzioni dovrebbero dare l’esempio, meno enfasi a dei risultati comunque effimeri, più attenzione ed incentivi alla pratica amatoriale, altrimenti, tutto continuerà senza discostarsi eccessivamente da quanto sentenziato da Giovenale : “Panem et circenses”, con le prevedibili esaltazioni e conseguenze, ma sono trascorsi quasi 2000 anni!

CARLO ALBERTO PARI

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