Le lepri al Cras: il segreto della saggezza


Grazie a tutti per essere stati con noi! Con questo articolo ci salutiamo. Dopo aver parlato di: Cras, Centro di Recupero Animali Selvatici (vedi notizia), che si occupa di salvare, curare e poi rintrodurre in natura gli animali in difficoltà; poi sono arrivati i nostri amici rondoni (vedi notizia): il Cras ne salva quasi 400 all’anno; abbiamo conosciuto i ricci (vedi notizia) e il grave problema del cambiamento climatico; e infine le civette (vedi notizia) ci hanno mostrato miti e leggende. E ora vi lasciamo con un ultimo articolo: le LEPRI, con tanto di video di una liberazione di un piccolo dopo le cure dei volontari del Cras.
I volontari del Cras si occupano dell’allattamento dei leprotti, di farli stare comodi con della paglia e di procurargli della cicoria. Dopo averli allattati, i volontari devono stimolarle alla diuresi, che in modo simpatico al Cras si dice “spisciare”, quindi i volontari hanno il compito di “spisciare” le lepri dopo averle allattate.
- una piccola lepre salvata dal Cras
La lepre è un mammifero con due occhi grandi e due buffe orecchie lunghe, che nelle regioni calde servono per proteggersi dal caldo. Le lepri, rispetto ai conigli sono più snelle e grandi, e quando nascono hanno già gli occhi aperti, la capacità di muoversi autonomamente e la pelliccia formata. La femmina può partorire da 1 a 3 cuccioli, più volte all’anno. Presenta le zampe anteriori più corte a 5 dita, e quelle posteriori più lunghe a 4 dita. Misura dai 23 a 68 cm e pesa dai 250 grammi ai 7 chilogrammi. Si ciba di erbe, bacche, frutta, erbe aromatiche e in casi estremi anche di ramoscelli. Una caratteristica delle lepri è che mangiano il cibo due volte per così dire: la prima volta il cibo non viene masticato completamente, dopo di ché l’intestino cieco produce una poltiglia ricca di vitamine che viene nuovamente mangiata per assorbire tutto il nutrimento. È diffusa in quasi tutta Europa, Asia minore, Medio Oriente e alcune regioni del Nord America. Come per molti animali anche la lepre ha il problema della scomparsa del proprio habitat. Oltre al fatto dei predatori e alla minaccia dell’uomo, si aggiunge anche il problema del cambiamento climatico che provoca la morte di molti piccoli.
Le lepri sono animali sensibili e solitari, più attive all’imbrunire o di notte, e come per altri animali, anche la lepre è oggetto di significati e simboli dati dall’uomo. È un animale lunare e quando la si incontra rappresenta l’inizio di una nuova fase nella propria vita, inoltre trasmette calma e saggezza. Dall’antica Cina alla Mongolia, al Medio Oriente all’Europa, e oltre, compare nelle opere d’arte il motivo di tre lepri che si rincorrono in cerchio. Alcuni dicono che rappresenta la tranquillità, altri invece il karma. Questo motivo lo troviamo anche nella religione buddista, dove si dice che Buddha fosse stato una lepre in una vita precedente.
In Irlanda la lepre è considerata amica delle streghe, che le accompagna nelle loro azioni. La lepre è anche considerata messaggera tra i due mondi, per il fatto di essere molto veloce.
Nell’antico Egitto esistevano diverse divinità lepre, tra cui una custode degli inferi. Inoltre gli egizi celebravano la primavera come la nostra pasqua, con immagini di lepri, uova, il levarsi del sole e la resurrezione del dio Osiride. Invece in Grecia la lepre veniva associata ad Afrodite, la dea dell’amore. Era simbolo di fertilità e desiderio. I Vichinghi associavano la lepre alla luna e a Freya, la dea della fertilità. Nelle tribù dei nativi americani la lepre simboleggiava la fertilità, la pioggia, l’abbondanza e la prosperità. Ci sono diversi miti celtici… uno di questi è la storia di Melangell, una ragazza che fa voto di nubilato e decide di vivere la sua vita da eremita. Dopo 15 anni così, un giorno il principe di Powys stava cacciando una lepre e inseguendola la trovò seduta sulle ginocchia di Melangell. Il principe rimase stupito dalla fiducia della lepre per la ragazza, e decise di donarle della terra per costruire un monastero. L’unica cosa che deve promettere la ragazza è che darà rifugio a persone e animali. Mentre gli africani e gli afroamericani considerano la lepre come un’imbrogliona e associano questo comportamento alla sopravvivenza.
E con queste curiosità si chiude la rubrica sul Cras di Rimini!
Amici lettori, non disperate perché Ale Giglio, giovane volontaria del Cras e collaboratrice di Newsrimini, amante della natura, della scrittura e nella realizzazione di tatuaggi con l’hennè, non ci abbandonerà! Tornerà con altri articoli interessanti e tante cose da raccontarvi.
Se volete saperne di più del Cras protagonista di questa rubrica estiva:
Il Cras si trova a Corpolò in Via Baracchi, numero 47M.