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di Ale Giglio

Nella rubrica sul Cras parliamo dei ricci: "animali sentinella" dell'ambiente

In foto: @AleGiglio. un piccolo riccio curata al Cras
@AleGiglio. un piccolo riccio curata al Cras
di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 4 minuti
gio 27 lug 2023 15:51 ~ ultimo agg. 15:52
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Torna anche oggi la nostra rubrica dedicata al salvataggio degli animali selvatici. Facciamo un piccolo riepilogo delle puntate precedenti. Cos’è il Cras Rimini: Centro di Recupero Animali Selvatici. Si occupa di salvare e curare gli animali selvatici feriti, per poi rimetterli in libertà (vedi notizia). La prima storia l’abbiamo dedicata ai Rondoni: il Cras ne salva circa 400 ogni anno (vedi notizia).

Ben ritrovati tutti quanti amici lettori di questa entusiasmante rubrica dedicata al mondo del salvataggio di animali.
Oggi parleremo dei RICCI.

I volontari del Cras hanno frequentemente a che fare coi ricci e con i loro piccoli casini nelle teche. Ne arrivano di ogni età: dai più piccolini che sono ancora da allattare, a quelli più grandi che mangiano già da soli. Ogni giorno, i volontari, hanno il compito di pulire le teche e controllare se durante la notte i ricci hanno mangiato, per poi pesarli e annotare il loro peso. Cercano anche di capire le loro preferenze di cibo. I riccetti piccoli vengono allattati con l’Esbilac ogni due ore notte e giorno. Più diventa grande e più si diminuisce la frequenza, fino a quando inizia a mangiare da solo. Ogni giorno, i volontari del Cras, devono controllare che le gabbie siano chiuse bene perché i nostri amici spinosi durante la notte si arrampicano tentando la fuga.

Il riccio comune può misurare fino a 25-27cm di lunghezza (la coda raggiunge i 2,5cm). Di peso non supera il chilogrammo. Il riccio presenta un cranio allungato e un piccolo cervello. Il principale senso del riccio è l’olfatto… ha un naso grosso, nero e molto mobile. Anche il senso del tatto è ben sviluppato. La vista per il riccio è il senso meno importante, tuttavia più vedere a 30m di distanza di giorno e 12m di notte. Presenta anche piccole orecchie seminascoste dal pelo, ma nonostante questo, ha un buon udito che gli consente di udire frequenze ben dentro gli ultrasuoni (questo lo aiuta nella ricerca di cibo). Ha 36 denti e forti ossa mascellari. Il corpo è tozzo e a forma di pera. Le zampe sono corte e i piedi allungati, presentano 5 dita con unghie appuntite. Possiedono fino a 6000 aculei, che cambiano colore in base alle stagioni: nelle stagioni fredde hanno un colore scuro, mentre nelle stagioni calde assumono un colore più chiaro (il pelo funziona allo stesso modo).
I ricci vivono 8-10 anni e abitano in posti dove possono trovare nascondigli e cibo. Spesso vivono vicino ai centri abitati, nei giardini o nei parchi, dove sono presenti siepi, cespugli, foglie e piante dove potersi nascondere.
Sono animali solitari. Passano la loro vita da soli senza entrare in contatto tra loro. Il periodo riproduttivo va da aprile fino ad agosto. In questo periodo i maschi visitano il territorio di molte
femmine per l’accoppiamento. Dopo l’accoppiamento il maschio parte, lasciando la femmina a occuparsi da sola dei cuccioli.

Il riccio comune è un mammifero diffuso in gran parte dell’Europa, ed è stato anche introdotto in Gran Bretagna e in Irlanda, dove in alcune situazioni è risultato nocivo per l’equilibrio dell’ambiente. Sappiamo tutti che il cambiamento climatico provoca disagio tra le diverse specie animali… e alcune di esse rischiano l’estinzione. Il riccio appartiene a questa categoria.
I ricci sono considerati animali sentinelle dello stato di salute di un ecosistema: vivono a stretto contatto con il suolo, sono territoriali e insettivori.
Negli ultimi anni c’è stato un aumento delle malattie parassitarie tra i ricci, e questo secondo i biologi dipende dal cambiamento climatico e dalla distruzione del loro habitat da parte dell’uomo.
Alcune popolazioni di ricci vengono trovate in precarie condizioni di salute perché le sfasature climatiche, le escursioni termiche e i picchi di caldo e poi di improvviso freddo, impediscono loro di andare in letargo, e producono contemporaneamente dei problemi di alimentazione perché vengono meno anche le risorse alimentari.
Il riccio è un’animale onnivoro. La sua alimentazione si basa su invertebrati di vario tipo, su uova e nidiacei, rettili ed anfibi. Mangia anche piccoli mammiferi, soprattutto topi, di cui è considerato un cacciatore spietato. In casi eccezionali si nutre anche di vipere.
In caso di necessità, i ricci mangiano senza problemi anche ghiande, bacche, frutta – nutrendosi in casi estremi anche di foglie, ma gli sbalzi climatici e le tecniche di agricoltura intensiva che ricorrono a prodotti chimici invasivi ed erodono i terreni, privano i ricci della possibilità di trovare cibo e quindi si ammalano e molti di loro muoiono.
In Europa migliaia di adulti non sono sopravvissuti all’inverno precedente perché non sono riusciti a raggiungere il peso sufficiente per affrontare il letargo o si sono svegliati prima a causa delle temperature elevate ma non sono sopravvissuti a causa della mancanza di acqua e cibo. Il riscaldamento globale provoca anche il crollo della popolazione di insetti, di cui i ricci si nutrono e che scarseggiano tutto l’anno. Andando avanti così, i ricci si estingueranno nel giro di 10-20 anni… poi a chi toccherà?

Ogni settimana il giovedì pubblicheremo sul nostro sito una piccola rubrica dedicata a CRAS di Rimini e ai tanti animali che il centro recupera, salva ed ospita. Il piccolo spazio sarà curato da Ale Giglio, giovane volontaria del Cras e collaboratrice di Newsrimini grazie ad uno stage formativo estivo, in collaborazione con Spazio Meraki, un progetto per la transizione dei comuni del distretto di Rimini e delle Ausl della Romagna, gestito dal Il Millepiedi Cooperativa Sociale con Fondazione San Giuseppe ed Associazione Zavatta. Ale è una grande appassionata di natura ed animali, ama scrivere e realizzare tatuaggi con l’hennè.

Il Cras si trova a Corpolò in Via Baracchi, numero 47M.