L'analisi di Zanzini: piccoli comuni svuotati, quartieri deserti e spiagge vuote


“Piccoli comuni svuotati, quartieri deserti e spiagge vuote: è l’Italia che muore in silenzio". Questa la drammatica analisi della situazione di commercio e turismo del presidente provinciale della Confcommercio Giammaria Zanzini. "I nostri nonni sono stati pionieri del turismo - dice -, ora tocca a noi ripensare e riqualificare territorio e offerta."
Le considerazioni del presidente della Confcommercio riminese
“L’Italia, composta da 7.896 Comuni di cui 5.521 piccoli Comuni (il 69,9%) sta perdendo la sua anima. Le piazze non sono più cuore pulsante di incontri e relazioni, le professioni tramandate per generazioni rischiano di spegnersi, il commercio di prossimità vive una crisi strutturale. Avanza invece una colonizzazione commerciale degradante. A questo impoverimento culturale si somma quello materiale: sperperi a livello centrale, risorse sottratte ai territori, sanità pubblica all’osso, servizi essenziali che chiudono o si allontanano diventando privilegio di pochi. Il combinato disposto di spese obbligate, salari congelati e inflazione sta svuotando le tasche delle famiglie, togliendo linfa alle nostre imprese.
La sbornia della globalizzazione ha lasciato sul campo molte aziende in ogni settore, travolgendo il tessuto economico e amplificando le disuguaglianze anziché sanarle. Basti pensare alle grandi piattaforme dell’on-line che pagano imposte irrisorie lontano dai Paesi in cui fanno profitti. Il sistema delle piccole e medie imprese - ossatura e orgoglio dell’Italia – è messo a repentaglio davanti a modalità ciniche e predatorie e l’economia di prossimità ha il respiro sempre più affannato. Questo processo sta portando alla progressiva distruzione della classe media, storicamente pilastro di stabilità e crescita del Paese. Non è retorica: è un’emergenza nazionale. Serve con urgenza una politica industriale, sociale e morale nuova, che scelga di ripartire dai territori, dall’impresa diffusa, dal lavoro dignitoso e dalla tutela dei beni comuni. Davanti a questo scenario non bastano misure parziali: occorre puntare su una ottimizzazione dei costi pubblici, sul taglio del cuneo fiscale e su tasse calmierate per le piccole e micro imprese.
I numeri parlano chiaro, le mete di vacanza finora considerate “per tutti” sempre più vuote. A maggior ragione lo sentiamo nella nostra provincia, che incarna un’economia di prossimità. Il nostro tessuto imprenditoriale si conferma di piccole e piccolissime dimensioni: la metà di imprese sono individuali e ben il 93,8% ha meno di 10 addetti.
La forza però non ci manca: i nostri nonni sono stati pionieri del turismo, ora tocca a noi ripensare e riqualificare il territorio e l’offerta per non vivere di ricordi. Come fare? Serve alzare l’asticella. Basta chincaglieria e paccottiglie nelle zone turistiche: non possiamo permetterci più una colonizzazione commerciale degradante. Ora abbiamo davanti una sfida importante per la riqualificazione attraverso gli Hub urbani e di prossimità, ma per rendere reali i bellissimi progetti serve una serie di regolamenti e ordinanze su decoro, sicurezza, servizi di qualità.
Va bene il libero mercato, ma non si può transigere sul rispetto della leale concorrenza tra imprese, a cominciare dall’applicazione dei CCNL maggiormente rappresentativi dei vari settori, senza prestare il fianco alla contrattazione cosiddetta “pirata” che porta concorrenza sleale tra imprese, trattamenti peggiorativi e indebolimento delle tutele per i lavoratori. Senza contare i danni d’immagine per il territorio, davanti a storie come quella del giovane animatore scappato dal lavoro, che sta facendo il giro del mondo.
Non dobbiamo rimpiangere il passato, ma costruire un futuro vivo per un territorio che non vuole arrendersi. Qui non abbiamo mai avuto paura di rischiare, di intercettare le mode, di guardare al futuro e di investire: ora è il momento di ricominciare”.