La nostra fanatica di libri incontra Roper e il suo "Qualcosa per cui vivere"
Un uomo fuori dal comune, un lavoro fuori dal comune, eppure una storia che tocca l'umanità di tutti. La nostra Fanatica di Libri Marina Andruccioli* ci fa entrare nel mondo di Andrew, il protagonista di "Qualcosa per cui vivere" di Richard Roper. E lo fa con quel suo sguardo attento e delicato di chi ha "incontrato" un libro che parla alla sua vita.
A mio avviso la vita è fatta anche di un'alternanza di momenti bui e di momenti luminosi, e a volte si deve generare da soli la luce che serve per rischiarare l'uscita dal tunnel nel quale ci siamo persi. Durante uno di quei momenti mi sono detta questa frase "Non voglio diventare una di quelle persone che quando muoiono, nessuno se ne accorge" e dal quel momento ho cercato di mettere in pratica quel monito.
Quando ho incontrato questo libro ( eh si, i libri si incontrano proprio come si incontrano le persone) mi è tornata in mente quella frase.
Andrew lavora per il comune, quello di Londra, ed ha il compito di rintracciare parenti o amici delle persone che muoiono sole in casa, e dopo aver ricevuto l'incarico si reca nella loro abitazione che, come dice lui stesso, è impregnata di profumo di solitudine. Potrebbe sembrare un lavoro terribile, invece Andrew lo affronta con una delicatezza ed una dedizione fuori dal Comune, perché Andrew è una persona fuori dal comune: quando si reca nell'appartamento del defunto, passa al setaccio ogni stanza in cerca di documentazione, foto, cartoline o lettere che trova nei cassetti o nei raccoglitori impilati nella libreria o sulle mensole, ricerche volte a scoprire più informazioni possibili sul deceduto che gli permettano di risalire ai parenti o agli amici per poterli contattare ad un unico scopo: capire se in vita potesse avere avuto sufficiente denaro per pagarsi il funerale. Inoltre partecipava personalmente ad ogni cerimonia funebre e spesso era l'unico presente, oltre al prete.
Lo faceva con rispetto sia il frugare nelle case sia presenziare al funerale. Va da sé che Andrew non si imbatteva solo in scartoffie e foto: si intrufolava come una alito di vento nella vita solitaria di queste persone, vedeva la sporcizia accumulata in queste case prive di vita, percepiva la deriva emotiva di chi non ha nessuno con cui condividere le piccole cose della giornata, toccava il dolore della solitudine di quelle persone condannate da mille motivi al vivere soli. E come spesso accade, la vita ci mette di fronte ad uno specchio: "Quando il prete invitò i presenti a recitare con lui il Padre Nostro, Andrew si rese conto che non aveva pianto per Alan e nemmeno per Beryl, ma per il se stesso del futuro, per la sua morte e per il suo funerale, che si sarebbe svolto in una chiesa deserta, con solo i muri ad ascoltare un sermone frettoloso".
Si, in questa società oggi è dura essere soli: fingere di avere una vita piena, una vita normale, una vita come tutti si aspettano che sia, e per questo Andrew si inventa una vita di sana pianta solo per rispondere alle pressanti domande dei colleghi e per sentirsi anche lui finalmente uguale a tutti gli altri. Ma lui non lo è, non lo è mai stato: adora ascoltare Ella Fitgerald quando rientra a casa la sera ed è solo. Non ha nessuno a cui raccontare la giornata, nessuno con cui sfogarsi o prendere in giro i colleghi, tutte quelle cose che si dicono alla persona con cui condividi la tua vita. Ogni sera mentre si prepara la cena su un fornelletto elettrico lascia correre sui binari una delle sue locomotive elettriche e chatta con alcuni sconosciuti appasionati come lui di trenini elettrici conosciuti in rete, le uniche
interazioni amicali che ha.
"La sera era il momento in cui si rilassava, circondato da ciò che aveva: Ella, il sommesso ronzio del treno, i suoi quattro amici collegati in chat".
Procedendo con la lettura iniziamo ad intuire che la vita di Andrew è deragliata in seguito ad un trauma, dal quale ha preso le distanze chiudendosi sempre più in una solitudine dolorosa. Ma l'arrivo di una nuova collega, Peggy, lo costringerà a rompere il guscio e tornare alla vita, anche grazie ai suoi quattro amici a cui si rivolgerà per chiedere il loro aiuto. Solo un'anima sensibile che ha sofferto può approcciare la morte con rispetto e tanta delicatezza: Richard Roper riesce a delineare esattamente i meccanismi della solitudine, il cosa vuol dire sentirsi soli ed essere soli in questo mondo che corre a perdifiato, e se non stai al passo ti lascia indietro e si dimentica di te a tal punto da non vederti più. Letteralmente. "Vedere Peggy corrergli incontro in quel modo, capire che la sua presenza era importante nella vita di un altro, pensare che forse dopotutto lui non era solo un mucchietto di carbonio destinato a una bara
disadorna gli diede una scarica di felicità pura, quasi dolorosa".
Con questo pensiero in testa Andrew riuscirà a trasformare il dolore della sua esperienza in qualcosa di utile per gli altri. "Andrew ci pensò: come avrebbe reagito se, ad un certo punto della sua discesa verso il fondo, qualcuno gli avesse teso una mano, offerto compagnia?". Questo è un tema a me molto caro: chi attraversa la notte buia dell'anima con tutto il dolore e la disperazione che porta con sé, ne esce più forte e più saggio, ed è importantissimo condividere questo nuovo super potere con chi è ancora in ginocchio.
La verità è che le persone che hanno superato un momento difficile sono coloro che, se lo vogliono, hanno molto da offrire perché nella vita non c'è mai una sola occasione per fare qualcosa di importante. Ricordate questa frase? "Non voglio diventare una di quelle persone che quando muoiono, nessuno se ne accorge": il senso della vita, fondamentalmente, è vivere.
*Marina Andruccioli risiede in provincia di Rimini dove, da Agraria, si è occupata del verde pubblico, ora è impiegata. Affascinata dall’animo umano quanto dalla Natura e dall’ambiente che ci circonda, esamina questi due ambiti come se fossero uno solo: nel suo modo di pensare interno ed esterno stessa cosa sono. Continua quindi ad approfondire queste due passioni: la Natura ed il mondo esterno e la natura umana ed il mondo interno. Fanatica di libri sin da piccola è anche fotografa appassionata.
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