Indietro
menu
Un arresto nel riminese

Indebita percezione di erogazioni pubbliche: sequestri per 5 milioni

In foto: sequestri per 5 milioni da parte della GdF
sequestri per 5 milioni da parte della GdF
di Redazione   
Tempo di lettura 2 min
Gio 28 Ago 2025 12:15 ~ ultimo agg. 15:52
Tempo di lettura 2 min

Indebita percezione di erogazioni pubbliche e autoriciclaggio. Sono queste le accuse che hanno portato il Gip del Tribunale di Milano a disporre un'ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di due persone. Gli arresti sono stati effettuati a Bologna e in provincia di Rimini da parte dei finanzieri del Nucleo Speciale Polizia Valutaria di Roma con la collaborazione dei colleghi bolognesi e riminesi. Numerose perquisizioni sono in corso a Cremona, Lecce, Milano e Roma anche finalizzate al rintraccio di beni da sequestrare per circa 5 milioni di euro.

L’indagine diretta dalla Procura Europea, Ufficio di Roma, coinvolge dieci persone e sette società (aventi sede a Roma e Milano) nei cui confronti è ipotizzata la responsabilità amministrativa degli enti scaturente dagli illeciti penali commessi dai rispettivi amministratori di fatto e di diritto. Tutto è nato dagli approfondimenti e dalle analisi su un singolo finanziamento di 150.000 euro. L'indagine è poi proseguita con i militari del Nucleo Speciale Polizia Valutaria sino ad accertare che i soggetti arrestati, tramite “veicoli” societari, hanno illecitamente ottenuto, tra il 2022 e il 2023, finanziamenti con garanzia pubblica per oltre 5 milioni di euro presentando documentazione in cui si attestavano condizioni societarie e personali non veritiere.

Grazie alle informazioni fornite dalla Procura Europea del Belgio, dell'Estonia e della Lituania, le Fiamme Gialle hanno accertato che i fondi ottenuti sarebbero stati immediatamente trasferiti dall’Italia all’estero attraverso operazioni bancarie, anche frazionate, apparentemente collegate a comuni transazioni commerciali tra società ma, in realtà, dirette ad assicurarsi le disponibilità finanziarie attraverso una fitta rete di società amministrate da prestanomi, da prossimi congiunti o, comunque, da soggetti con legami di parentela o di amicizia con gli indagati. In alcuni casi, i finanziamenti ricevuti sono stati dirottati verso un “conto di transito” localizzato in Belgio e intestato ad una società di diritto estone utilizzato unicamente per convogliare denaro verso rapporti bancari intestati a persone di nazionalità italiana o comunque residenti in Italia.

 

 

Altre notizie