Indietro
menu
monito al governo

Il 50% dello stipendio per l'affitto. Petitti: agire per tutelare diritto casa

In foto: Emma Petitti
Emma Petitti
di Redazione   
Tempo di lettura 2 min
Sab 1 Nov 2025 12:56 ~ ultimo agg. 13:02
Tempo di lettura 2 min

Il tema della casa è diventato una vera emergenza sociale. I prezzi continuano a salire, soprattutto nelle città e nei territori a forte vocazione turistica — come Rimini — dove la pressione del mercato immobiliare è altissima. Secondo l’Agenzia delle Entrate il prezzo medio di vendita degli immobili residenziali a Rimini ha superato i 2.800 euro al metro quadro, ma non va meglio per gli affitti: 12 euro al metro quadro. Un bilocale da 60 m² costa quindi circa 720 euro al mese. Nel frattempo, i dati retributivi di ARAN e ISTAT non sono confortanti: un insegnante guadagna tra 1.400 e 1.650 euro netti al mese, un infermiere percepisce tra 1.600 e 1.850 euro netti, un educatore assunto nel settore pubblico guadagna in media 1.500–1.700 euro netti.

La soglia di sostenibilità raccomandata per la spesa abitativa è del 30% del reddito mensile. A Rimini, queste categorie arrivano a spendere oltre il 50% dello stipendio per affitto o mutuo. Su questi dati allarmanti interviene  Emma Petitti, vicesegreteria del PD Emilia-Romagna e consigliera regionale: “Le istituzioni locali, dalla Regione Emilia-Romagna ai Comuni – ricorda - ne sono pienamente consapevoli e stanno già facendo molto, spesso andando ben oltre le risorse e i ruoli assegnati. Un esempio concreto è il Piano Casa regionale da 300 milioni di euro, presentato dall’Assessore Paglia. A mancare, invece, è una risposta forte e strutturale da parte del Governo. Serve un’integrazione nazionale al piano regionale per l’abitare, in linea con le proposte lanciate dalla segretaria del Pd Elly Schlein: Aumentare il Fondo nazionale affitti, con particolare attenzione alle città turistiche e alle aree ad alta tensione abitativa, costruire nuovi alloggi pubblici e studentati, sostenere chi è in difficoltà con il mutuo, con misure di garanzia e rinegoziazione, a partire dalle giovani coppie".

Il diritto alla casa – conclude la Petitti - non può diventare un privilegio. Deve tornare a essere una garanzia per chi lavora, per chi tiene in piedi i servizi fondamentali. Il rischio non è solo quello di svuotare i centri urbani, ma di indebolire quei legami e quelle competenze che rendono un territorio vivo, coeso, solidale”.

Altre notizie