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violentata fuori dalla disco

Il 22enne davanti al gip: “Nessuno stupro, il rapporto è stato consenziente”

In foto: il tribunale di Rimini
il tribunale di Rimini
di Lamberto Abbati   
Tempo di lettura 2 min
Mar 14 Giu 2022 15:43 ~ ultimo agg. 6 Giu 07:26
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L’ha ribadito questa mattina a chiare lettere davanti al gip del Tribunale di Rimini Manuel Bianchi: “Io quella ragazza non l’ho stuprata, era consenziente”. Il 22enne albanese arrestato domenica mattina con l’accusa di violenza sessuale ai danni di una 20enne conosciuta nella discoteca Malindi di Cattolica e lesioni personali nei confronti di un amico lei, è stato sottoposto questa mattina all’interrogatorio di garanzia.

Alla presenza del suo difensore di fiducia, l’avvocato Marco Defendini del Foro di Pesaro, il giovane ha ripercorso l’incontro con la 20enne e le amiche, avvenuto all’interno del locale sulla spiaggia, e in particolare il momento in cui i due si sono appartati in una zona buia e protetta dalla vegetazione che conduce al parcheggio. Secondo il suo racconto, la giovane era consenziente, voleva quel rapporto sessuale che sarebbe durato pochi minuti proprio perché lei lamentava un fastidio. Nessuna forzatura, come dimostrerebbero l’assenza di lividi o indumenti strappati. Questa almeno è la tesi del presunto stupratore, in regola sul territorio e incensurato, che lavora come operaio e vive a casa dello zio nel Pesarese. Non va però dimenticato che la versione fornita dalla giovane è resa credibile anche dal referto medico dell’ospedale Infermi di Rimini che parla di abrasioni superficiali nelle parti intime e una prognosi di 15 giorni.

Sempre secondo l’arrestato, quella notte ci sarebbero state altre coppie vicino a loro e se la ragazza avesse pianto o urlato, come dichiarato in sede di denuncia, altre persone nei paraggi se ne sarebbero probabilmente accorte o magari sarebbero potute intervenire in suo aiuto. Un ruolo importante potrebbero poi giocarlo i filmati delle telecamere che dovrebbero aver immortalato il momento in cui i due giovani escono dal locale. La giovane, infatti, sostiene di essere stata stretta per i fianchi, afferrata per un braccio e trascinata con forza dietro un cespuglio.

Un altro punto centrale riguarda gli indumenti della giovane, che verranno fatti analizzare per individuare la presenza di eventuali tracce biologiche. Il difensore del 22enne albanese, ora in carcere a Rimini, ha chiesto al gip la scarcerazione del suo assistito o, in alternativa, la concessione degli arresti domiciliari. La decisione è attesa nelle prossime ore.

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