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interrogazione in consiglio

Ex quartieri. Il comune di Rimini pensa ad alternative di partecipazione

In foto: Chiara Bellini
Chiara Bellini
di Redazione   
Tempo di lettura 3 min
Ven 3 Nov 2023 13:44
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Interpellata da Nicola Marcello la vice sindaca di Rimini Chiara Bellini ha risposto sull’iter che il comune intende seguire per le nuove sedi di partecipazione sui territori, risposta alla cancellazione già nel 2010 dei quartieri. Durante il governo Draghi nel 2022 è stato approvato un disegno di legge sul ripristino delle circoscrizioni anche in comuni sotto i 250 mila ma e più di 120 mila abitanti, che riguarderebbe anche Rimini. Dopo il passaggio in commissione però l’iter si è bloccato e l’indicazione del nuovo governo limita il ripristino ai soli comuni capoluogo di città metropolitana.
Questo iter claudicante – ha spiegato la Bellini – ha tenuto anche la nostra amministrazione in attesa per diversi mesi, ha rallentato i lavori a causa del quadro normativo incerto. Nonostante ciò stiamo pensando ad una possibile via riminese con nuove forme di rappresentanza civica. Il punto di partenza è quello di un confronto con la città sui futuri organismi di partecipazione territoriale che il Comune di Rimini intende attivare per “sopperire” all’abolizione delle Circoscrizioni voluta dal governo Berlusconi nel 2010 e ripristinare quindi più efficaci e puntuali forme di dialogo con il territorio, che non avendo più il conforto dell’inquadramento normativo precedente, dovranno necessariamente essere diversi”
L’amministrazione ha stilato un paio di proposte che, a breve, saranno presentate in commissione. “Abbiamo anche sperimentato interventi partecipativi di comunità – ha aggiunto la Bellini -, come ritorno all’Astoria, città delle relazioni e paesaggi sociali. Non sostitutivi certo di nuovi ambiti strutturati, ma propedeutici ad una nuova concezione di partecipazione territoriale“.
Per prima cosa abbiamo lavorato sulla definizione di quali siano oggi i reali quartieri in cui è suddivisa la città. Sicuramente le vecchie 6 circoscrizioni non sono più un riferimento attuale, non rispondendo più ad una città che nel frattempo ha cambiato forma a livello demografico, urbanistico, sociale e dei servizi. Abbiamo lavorato arrivando ad una proposta ponderata con queste variabili – armonizzandole ai nuovi trend demografici – e tenendo conto anche degli interventi già attivi sul territorio per la dislocazione di servizi e spazi, come quelli legati al socio sanitario, ai servizi civici, aule pubbliche, scuole“.
Abbiamo svolto una intensa attività di confronto e benchmarking con territori simili al nostro sia dal punto di vista geografico (come Cesena, Forlì, Ravenna o Pesaro) che demografico (Bergamo, Modena, Sassari, ad esempio). Ognuna di queste realtà ha sviluppato una risposta contemporanea al tema della partecipazione, declinata sulla identità delle rispettive comunità locali, facendo leva anche sull’attivismo dell’associazionismo e dei corpi intermedi. Una parte di queste amministrazioni ha di fatto replicato un modello più simile a quello passato delle circoscrizioni, un’altra ha invece investito su processi di innovazione partecipativa, con forum territoriali“.
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