Eolico della discordia. Parma: scelta scellerata; Gnassi: sfregio istituzionale


Il via libera della Regione Toscana all'impianto eolico Badia del Vento, nonostante il no dell'Emilia Romagna, dei comuni e di tre soprintendenze, continua a far discutere (vedi notizia). "Una scelta scellerata" commenta la consigliera regionale PD Alice Parma, "uno sfregio istituzionale" sono invece la parole dell'onorevole Pd Andrea Gnassi. La Regione, insieme a comuni e provincia di Rimini, annuncia battaglia e la vicenda è destinata ad arrivare nelle aule giudiziarie. Anche il senatore del MoVimento 5 Stelle Marco Croatti sposa la posizione dell'Emilia Romagna ed esprime sostegno alle iniziative che il presidente de Pascale prenderà per bloccare il progetto.
La nota di Alice Parma, consigliera Pd Emilia Romagna
“Quella della Regione Toscana è una scelta scellerata e non condivisibile, a maggior ragione vista la richiesta da parte della nostra Regione di un documento condiviso che ponesse l'attenzione sul tema dei crinali, che sono una parte unica e caratteristica della nostra terra, delle nostre colline e del nostro bellissimo Appennino” attacca così Alice Parma, vice capogruppo Pd in consiglio regionale, riguardo alla decisione toscana che da’ il via libera alla realizzazione dell’impianto eolico di Badia del Vento, che dovrebbe sorgere a ridosso dei territori di Casteldelci, andando a deturpare il patrimonio paesaggistico, culturale e turistico della zona. “Ormai è noto: siamo al lavoro in Emilia-Romagna, con gli enti locali e con tutti i soggetti coinvolti, per arrivare alla stesura di una legge sulle aree idonee che tuteli i territori e allo stesso tempo non fermi lo sviluppo delle energie rinnovabili, perché siamo tutti d’accordo: la transizione energetica non si può rimandare. Dalla Toscana ci saremmo aspettati un atteggiamento amministrativo e politico diverso, più tempo, maggiore collaborazione e scelte condivise che tenessero conto delle specificità di quei luoghi, preziosi per le comunità locali, per la nostra Regione ma anche per tutto il Paese. Le azioni di confine vanno condivise, e su un tema così serio come le rinnovabili bisogna lavorare insieme uscendo dagli interessi campanilistici - continua Parma - Andremo avanti nelle sedi opportune contro la realizzazione dell’impianto di Badia del Vento, che impatta in modo rilevante sul territorio regionale e della provincia di Rimini. Non arretreremo rispetto ad una battaglia che ci vede come Regione Emilia-Romagna al primo posto a fianco del Comune di Casteldelci, dell’Ente Parco, delle Soprintendenze e dei tanti cittadini e visitatori di quelle zone” conclude la consigliera dem.
La nota di Andrea Gnassi, deputato Pd
“Ciò che è successo è davvero poco edificante, la verità che per bon ton non si dovrebbe dire è che è una sorta di sfregio istituzionale della Regione Toscana verso l’Emilia Romagna. Con il parere positivo della Regione Toscana agli impianti eolici in Alta Valmarecchia e Montefeltro si devasteranno infatti paesaggi, natura e borghi tra i più belli e incontaminati d’Italia. Non solo. Con questa decisone si afferma istituzionalmente il principio del “non nel mio giardino” (Nimby, Not in my backyard): sì, perché la Toscana ha contestualmente approvato il progetto con impatto enorme su altre regioni e ha detto no a un impianto eolico che ha effetti sui crinali toscani di confine. Si tratta del no al progetto presentato sempre dal gruppo FERA al passo di Frassineto, sopra Pieve Santo Stefano e San Sepolcro, cioè sul versante toscano in provincia di Arezzo. Mentre si dà parere favorevole all’impianto gemello di “Badia del Vento”, che ha ricadute devastanti sui versanti romagnolo e marchigiano. Si vuole dare l’ok a 58 pale alte 200 metri sulla linea di confine tra le regioni. Proprio sui bordi, sulla riga tratteggiata che delimita il confine amministrativo, per altro di un cuneo, di una lingua stretta di terra che si infila ed è praticamente tra Romagna e Marche. Da quelle vette si vede l’Adriatico, non il Tirreno. Si guardi la piantina, con la linea viola che tratteggia il confine regionale e le piazzole delle pale in alcuni casi addirittura arretrate di qualche metro perché i rotori avrebbero girato in Romagna. Surreale”. Così il deputato Dem Andrea Gnassi dopo il parere favorevole della Conferenza dei Servizi della Regione Toscana, che si è pronunciata sul progetto al centro da mesi di accese discussioni. “La cosa che allibisce e ferisce è che a motivazione della scelta della Regione Toscana sono state date pubbliche spiegazioni che contengono alcune omissioni e inesattezze rilevanti. Legittimo che la Toscana prenda le sue scelte su territori che seppur di confine sono amministrativamente sotto la sua giurisdizione. Ma quando si dice (lo dice il presidente Giani) “gli impianti me li hanno chiesti i Comuni, i territori e se me lo chiedono i territori o i Comuni, io dico sì”, bene, questa affermazione è omissiva e non completamente veritiera .Solo un Comune ha detto sì, Badia Tedalda in provincia di Arezzo. Ma proprio perché il Montefeltro è una terra da secoli senza confini definiti tra Marche, Romagna e Toscana, le Conferenze dei Servizi convocate per dare pareri sulle mega pale in quell’area hanno visto coinvolti molti enti diversi, di diverse regioni e di diversi comuni della Valmarecchia e del Montefeltro. Se non c'entravano nulla tali enti, non sarebbero stati chiamati. E sono talmente di confine quelle terre che persino una porzione del Comune di Badia Tedalda è per intero dentro il Comune di Casteldelci, una piccola enclave. Vero che può decidere la Toscana, ma ascoltando e collaborando. I territori e i Comuni che sono stati invitati a dare pareri, li hanno dati infatti tutti negativi e i pareri stessi sono stati supportati da una miriade di contributi tecnici” ancora Gnassi, che entra quindi ancor più nel merito: “Si è avuto il No del Comune di Sestino, che è l’altro Comune della zona in Toscana (AR). Quindi non è vero che i Comuni toscani coinvolti erano e sono d’accordo, tranne uno appunto. Il No della Regione Emilia Romagna, delle Soprintendenze di Arezzo, Firenze, Siena, Grosseto, Ravenna, Forlì-Cesena, Rimini e Pesaro Urbino. Il No delle Unioni dei Comuni e delle Province di Rimini e Pesaro-Urbino, il No del Parco Sasso Simone e Simoncello, il No dei Comuni di Casteldelci (Rn), Carpegna e Borgo Pace (PU). Tutti enti e Comuni del territorio coinvolti. Alla luce di ciò, è lecito chiedersi se sia giusto che una Regione possa esercitare un’indifferenza e una sorta di arroganza istituzionale del genere nei confronti di altri Enti e Comuni . Quando in quelle zone i cittadini, i sindaci ci chiedono “ma i Comuni al di là della strada, cioè quelli sul confine regionale di un’altra regione, non contano nulla? “ cosa rispondiamo? Cosa rispondono coloro i quali prendono decisioni così impattanti a chi chiede “Ma noi che siamo di qua del crinale, della riga del confine su cui incomberanno pale alte 200 metri non siamo cittadini italiani, abitanti e persone di aree interne appenniniche che contano come quelli dall’altra parte del confine?” Dunque, non è vero che il territorio vuole le mega pale, enti autorevolissimi hanno detto no e dei Comuni coinvolti 4 su 5 hanno detto no. Tutti tranne quello che insieme alla Regione Toscana vuole le pale sui i crinali e i paesaggi degli altri”. Per poi incalzare. “C’è un altro aspetto che rileva la gravità e l’incomprensibilità della decisione presa. Ciò vale per l'impianto di Frassineto, dove il Comune interessato, San Sepolcro, aveva dato parere favorevole alle mega pale, cioè voleva l impianto, ma è stata la Regione Toscana a bocciare il progetto per la presenza di impatti negativi sulle aree Natura 2000. L’impianto di Frassineto è gemello di quello di Badia del Vento, ma Frassineto ha impatto sul versante toscano, quello di Badia del Vento sul versante romagnolo e marchigiano e impatta sulle stesse aree Natura 2000 , che ricadono appunto tra Marche e Romagna. Allora come non pensare all'applicazione del principio del “Van bene le pale ma Non nel mio giardino?” Il famoso Nimby (not in my backyard). Tanto che analoghe decisioni sfavorevoli alle mega pale, la Regione Toscana le ha prese direttamente per la Maremma, le Crete Senesi, il Montalcino e altri paesaggi straordinari. Il Montefeltro vale dunque meno perché è al confine con altre regioni su cui ricadono impatti devastanti?Infine. Pensare che sia una Regione forte e straordinaria come la Toscana con cui l Emilia Romagna condivide valori e spesso azioni a rompere il principio di leale collaborazione con altre Regioni ed enti è veramente triste. Si lede il principio di leale collaborazione tra le Regioni sancito dalla Costituzione. E di fatto si svilisce e si cancella la lettera d’intenti appena firmata per l’avvio del Protocollo di collaborazione con l’Emilia Romagna sulle aree di confine. Lettera e impegno per reciproca condivisione su aree di confine sottoscritti proprio dal presidente Giani con il presidente De Pascale per progetti di energia, cultura ,turismo infrastrutture solo qualche mese. Quella collaborazione che da parte sua il presidente De Pascale ha sempre ricercato e persegue sempre nella sua funzione di governatore. Le due Regioni potevano essere le capofila delle rinnovabili, dove occorre avere una linea intransigente. Su questo siamo d accordo. Ma probabilmente si ritroveranno in tribunale. Le due Regioni potevano proporre insieme al Governo di introdurre persino meccanismi sanzionatori per tutte quelle rRegioni che non raggiungessero gli obiettivi assegnati di produzione da rinnovabili entro il 2030. Perché non si può derogare al principio di produrre 80 gigawatt nazionali da Fer (Fonti di energia rinnovabili) entro il 2030. Nè ogniRregione può derogare dai suoi obiettivi, 4250 MW la Toscana , 6330 MW l’Emilia Romagna da rinnovabili. Il punto non è però se, ma come raggiungere gli obiettivi regionali . E nel come non è pensabile che una Regione possa decidere sulla pelle di un’altra, di altri enti e Comuni" ancora il deputato Dem, per poi concludere: “In definitiva bene farà la Regione Emilia Romagna a procedere come annunciato con i ricorsi. Ma non è una bella pagina vedere che per gli atti e l’atteggiamento di una Regione, due Regioni governate dallo stesso schieramento politico invece di accelerare insieme sulle rinnovabili, fare una battaglia comune contro il negazionismo del cambiamento climatico, si vedano contrapposte su progetti enormi e impattanti per altro posti sulla linea di confine regionale dove naturale sarebbe la collaborazione. E molto probabilmente come detto si vedranno contrapposte in sede giudiziaria”.
La nota del senatore del M5S Marco Croatti
“Sosteniamo l’iniziativa della regione Emilia-Romagna e del presidente De Pascale tesa a contrastare il progetto eolico ‘Badia del Vento’ che potrebbe sorgere al confine con la Toscana e i cui pesanti impatti paesaggistici ed idrogeologici ricadranno sulla nostra Valmarecchia, territorio meraviglioso e unico che va protetto e valorizzato. Abbiamo espresso più volte la nostra posizione politica sul progetto: prioritario costruire un futuro green e spingere sulla transizione energetica ma se ragioniamo di visione sostenibile vogliamo che lo sia davvero e un impianto industriale eolico con decine di pale alte oltre 200 metri sopra un territorio straordinario da un punto di vista paesaggistico, naturalistico, storico come la Valmarecchia non può essere in alcun modo definito ‘sostenibile’. La scelta della regione Toscana rappresenta uno sfregio inaccettabile per le nostre terre, le nostre comunità e anche per i rapporti tra le due regioni. L’auspicio in tal senso è che la giunta Giani decida di rinunciare al progetto e non si arrivi allo scontro”.