Indietro
menu
Newsrimini Provincia Sanità

Distribuzione diretta dei farmaci. Tonini (Ausl) risponde a Federfarma

di Redazione   
Tempo di lettura 7 min
Ven 22 Lug 2011 14:37 ~ ultimo agg. 14 Mag 12:20
Tempo di lettura 7 min

Il direttore ricorda che i cittadini possono volontariamente scegliere se accettare il piano dell’Ausl o recarsi in farmacie private e sottolinea come, pur creando qualche disagio per gli spostamenti, la distribuzione diretta garantisca una particolare attenzione alle reazioni avverse ai farmaci e permetta una migliore verifica del piano terapeutico. “Acquistando i prodotti direttamente dalle case farmaceutiche – prosegue Tonini – si possono poi realizzare forti economie di scala con risparmi finora utilizzati per l’assunzione di 600 unità tra medici ed infermieri”. Il direttore evidenzia poi come, tra gennaio e aprile, la spesa procapite per la distribuzione diretta nel riminese sia in linea con quella delle altre province. Per quanto riguarda infine le difficoltà delle farmacie dell’alta Valmarecchia secondo Tonini non dipenderebbero dalla distribuzione diretta che riguarda solo 470 cittadini su 18mila residenti.

La nota stampa del direttore dell’Ausl di Rimini, Marcello Tonini

In relazione agli articoli di stampa pubblicati oggi in conseguenza alla conferenza stampa e alla relativa nota diramata da Federfarma, il Direttore Generale dell’A.USL di Rimini, dottor Marcello Tonini, rilascia la seguente dichiarazione:

“Apprendo del rinnovato vigore con cui i responsabili riminesi di Federfarma protestano, minacciando serrate, contro l’Azienda USL di Rimini, che sarebbe rea di aver attuato una politica scellerata contro i pazienti, contro i cittadini, contro tutte le farmacie e particolarmente determinata a voler far chiudere le farmacie rurali dell’Alta Valmarecchia. Un’Azienda, in sintesi, che avrebbe deciso di rinunciare al suo compito primario, quello della tutela della salute della propria popolazione di riferimento. Si invoca altresì un sondaggio di circa 1.800 cittadini che rispondendo all’interno delle farmacie, a quattro quesiti molto autoreferenziali, concorderebbero con i titolari delle farmacie stesse, in questa battaglia contro l’A.USL.

Ora, pur giustificando lo stato di tensione dei titolari di farmacia, non possiamo certo accettare queste false affermazioni, senza almeno tentare di ricondurre la questione alle motivazioni profonde e vere che stanno influenzando scelte di politica sanitaria molto più vaste e abissalmente più drammatiche rispetto al mancato reddito di alcune farmacie. E comunque, a proposito delle affermazioni relative a “rischio” e “trasparenza” ci riserviamo di tutelarci nelle sedi che riterremo più opportune.

Mi permetto quindi una riflessione di carattere generale. Le rivendicazioni di Federfarma sono comprensibili, ma danno la netta sensazione di una categoria separata dalla realtà e che si vede sempre più assediata dai cambiamenti che la situazione economica sta determinando. Ma come non comprendere che è in gioco ben più che la suddivisione della spesa farmaceutica? Siamo nel pieno di un dramma economico che chiede feroci sacrifici a tutti, in cui addirittura si interviene con riduzioni sulle pensioni e dove anche la politica si sta fortemente impegnando per riallacciare i rapporti con una comunità attonita e confusa. Qui, per contro, si sta creando volontariamente un conflitto con chi tenta di garantire un servizio sanitario di qualità e per tutti.

Passo ora alle questioni più di dettaglio.
Cos’è la consegna diretta dei farmaci: è la legittima possibilità che hanno le aziende sanitarie di erogare direttamente alcuni tipi di farmaci, ma solo per definite specifiche patologie.
Come funziona: l’A.USL di Rimini ha aperto sul proprio territorio di riferimento punti di erogazione, presidiati da farmacisti, che alle dimissioni da un ricovero o a seguito di prescrizioni dopo visita specialistica, nei casi previsti dalla norma, possono erogare direttamente al paziente i farmaci necessari, garantendo la continuità del piano terapeutico previsto.
Volontarietà dell’adesione: il cittadino, a differenza di quanto scorrettamente prefigurato da Federfarma, può scegliere liberamente se accettare il piano dell’AUSL o andare nella farmacia privata. Quello che gli chiediamo è un atto di volontarietà come gesto di responsabilità e diciamo anche di orgoglio verso il proprio sistema sanitario. E colgo qui l’occasione per manifestare pubblicamente la mia gratitudine poiché i cittadini stanno dimostrando esattamente questo.
La sicurezza nella distribuzione diretta: viene garantita sia dalla presenza costante del farmacista sia da una particolare attenzione alla segnalazione delle reazioni avverse da farmaci. Attraverso la distribuzione diretta viene inoltre posta una particolare attenzione al momento di verifica del piano terapeutico. A tal proposito non si capisce davvero cosa Federfarma voglia intendere parlando di cittadini di serie A e di serie B.
Quale disagio si può creare: è possibile che per alcuni il fatto di recarsi in una delle sedi aziendali, anziché in una farmacia privata più vicina, crei qualche disagio. E’ vero, ma riteniamo che tale scomodità sia sopportabile in considerazione dei vantaggi che tutta la comunità trae da questa iniziativa.
Quali sono i vantaggi: acquistando i prodotti direttamente dalle case farmaceutiche, magari attraverso consorzi, si possono realizzare forti economie di scala. Ed i risparmi finora ottenuti in questo modo sono stati utilizzati, come già detto, esclusivamente per garantire e migliorare i servizi offerti alla cittadinanza, in particolare attraverso il potenziamento degli organici con l’assunzione di 600 unità tra medici ed infermieri, e il miglioramento strutturale e tecnologico, che è sotto gli occhi di tutti, delle sedi aziendali a partire dagli ospedali.
La penalizzazione delle farmacie rurali: condividiamo la preoccupazione rispetto alle farmacie rurarli, a tal punto che abbiamo dedicato particolare attenzione alla questione: la distribuzione diretta per la zona dell’Alta Valmarecchia è stata da subito molto ridotta al punto che solo pochissimi cittadini ne usufruiscono. Su oltre 18mila residenti in quella zona, sono 470 i cittadini interessati dalla distribuzione diretta, ivi compresi quelli per i quali tale modalità è obbligatoria. Attribuire il problema delle farmacie rurali e montane alla distribuzione diretta è, di conseguenza, ridicolo. Il problema è semmai quello di un riequilibrio economico su scala nazionale, che esula dalle nostre questioni. Non si utilizzi quindi strumentalmente questo tema per coprire la vera questione: i soldi che le farmacie più ricche vedono un po’ ridursi.
Il questionario e l’obbiettività: sarebbero sufficienti poche nozioni di statistica per rendere inutilizzabile il questionario di Federfarma. Non è certo un referendum. Occorre infatti che i cittadini sappiano cosa c’è su un piatto e cosa sull’altro della bilancia (cosa avrebbe risposto un cittadino se la domanda fosse stata: Preferirebbe ritirare i suoi farmaci in una farmacia privata di sua scelta se questo dovesse comportare una riduzione dei servizi offerti dal sistema sanitario pubblico?). Noi non avremmo mai posto questa domanda perché non intendiamo strumentalizzare nessuno, ci saremmo aspettati che persone responsabili evitassero simili mezzucci.

Nel merito, visto il ripetersi di accuse cui si è già precedentemente risposto, sottolineo che la spesa procapite per la distribuzione diretta di Rimini che si attesta su 18,56 euro (periodo gennaio – aprile 2011; fonte Regione Emilia Romagna) è simile a quella di Ferrara (18,07 euro), ed inferiore a quella di Bologna (18,72) e Modena (19,61), a riprova che Rimini non si differenzia da altre importanti realtà.

In estrema sintesi e per concludere :
a. L’Azienda garantisce pienamente sicurezza ed economicità nell’assistenza farmaceutica
b. Non è un caso isolato in regione ma in linea, non solo con l’assetto normativo, ma anche con il comportamento di altre importanti aziende
c. Le farmacie rurali non possono aver risentito economicamente della distribuzione diretta visto in numero esiguo di pazienti in trattamento
d. Da quanto ci risulta i cittadini, quando correttamente informati, apprezzano il servizio di distribuzione diretta dei farmaci
e. La minaccia di una serrata mi sembra in contraddizione con la dichiarata volontà di essere al servizio del cittadino
f. In ogni caso proprio a riprova che ritengo la rete delle farmacie un presidio funzionale al sistema sanitario non ho nessuna difficoltà ad un confronto propositivo con Federfarma”.

Altre notizie