Dibattito in Consiglio sulla delibera di qualificazione turistica


Si tratta di un atto importante, ha detto Marco Lombardi (Forza Italia) aprendo il dibattito sul, anche se arriva in aula con molto ritardo.
Il consigliere, citando la ricerca di un’associazione di categoria, ha sostenuto che i fondi messi a disposizione dall’Emilia-Romagna sono assai inferiori rispetto a quelli stanziati dal Veneto e sono diminuiti nel corso degli ultimi anni: il saldo attivo complessivo – ha detto – è infatti diminuito (tra il 1998 e il 2001) del 23% ed, in particolare, si è dimezzato per la provincia di Rimini, che rimane quella trainante nel settore.
“Indebolire questa area – ha detto Lombardi – significa indebolire tutta la regione”. Infine, l’esponente di Fi ha invitato a rivedere i criteri di assegnazione
dei fondi alle cooperative di garanzia, tenendo conto del fabbisogno reale, che è molto superiore al dato storico dei finanziamenti, a cui la delibera fa riferimento. “Questo provvedimento – ha detto Andrea Gnassi (Ds) – è una parte significativa di una più ampia strategia della Regione a
favore del turismo, che comprende anche la legge sul demanio marittimo, quella sulle agenzie di viaggio, attualmente in discussione, e la legge 7/1998, grazie alla quale è stata predisposta una grande mole di iniziative, per affrontare la
difficile situazione di mercato. E’ un’attenzione dovuta, da parte della Regione, a un settore straordinariamente importante, che produce ricchezza e che esprime, nel mondo, il modo di essere dell’Emilia-Romagna. Sul piano delle risorse, per il comparto turistico, la Regione stanzia 60 milioni di euro – ha aggiunto il consigliere – a cui vanno aggiunti i fondi per gli impianti di risalita sull’Appennino; la cifra appare ancora
più significativa se paragonata a quella messa a
disposizione dal Governo per tutto il territorio nazionale, pari a 70 milioni di euro”.
“Vogliamo dare un sostegno serio – ha
concluso Gnassi – utilizzando tutte le risorse di cui possiamo disporre, stando a fianco degli operatori e potenziando gli investimenti di qualità”. Una delibera – ha detto Graziano Pini (Margherita) – che, oltre ai notevoli contributi erogati,
consente di rendere complementari i prodotti tipici emiliano-romagnoli: costa; Appennino; termalismo e Città d’arte.
Questa è anche un’occasione per continuare ad investire in un settore prioritario, diversificando l’offerta e allungando la
stagione turistica. Sono inoltre condivisibili le scelte che premiano la qualità urbana ed ambientale e la valorizzazione del territorio. La strada imboccata dalla Regione è, quindi, quella giusta. Auspico – ha concluso – una verifica sui criteri adottati, in particolare per i territorio dell’Appennino”.
“Il modo di fare vacanza – ha detto Luisa Babini (Pri) – è cambiato, sono nate nuove esigenze e c’è, quindi, la necessità di un nuovo modello turistico. La Regione ha risposto con un quadro normativo (legge 40) e una delibera applicativa della
legge (dopo solo trenta giorni) che vede un impegno finanziario di 15 milioni di euro per la qualificazione della l’offerta turistica.
Una delibera rivoluzionaria, quindi, che risponde al
mercato, che consente una delega piena alle province (riducendo di conseguenza i tempi delle procedure amministrative per l’erogazione dei fondi) e libera la Regione (farà una valutazione sui risultati ottenuti e sul denaro utilizzato)
dalla gestione amministrativa”.
Per Vittorio Lodi (An) il turismo è un settore economico
fondamentale per la Regione Emilia-Romagna ed è quindi giusto incentivarlo. Lodi ha poi apprezzato che una quota parte dei finanziamenti sia destinata alla montagna e al turismo termale “per non penalizzare queste zone – ha precisato – rispetto alla costa”.
Tuttavia, trattandosi di un atto applicativo della legge 40, ha aggiunto Lodi, il provvedimento è poco convincente ma, “trattandosi di un documento di indirizzo – ha concluso –
esprimo un voto d’astensione”. In dichiarazione di voto, Luigi Francesconi (Fi) ha preannunciato la sua astensione, criticando la scarsità dei finanziamenti per le aree collinari e appenniniche. Segnalando che la provincia di Piacenza rappresenta il “fanalino di coda” nella distribuzione delle risorse, Francesconi ha anche detto che “consolidare un
criterio ‘matematico’ di suddivisione dei fondi significa penalizzare alcune zone della regione e non contribuisce alla loro valorizzazione”.
Per Rodolfo Ridolfi (Fi) la delibera è migliore della legge che attua, la quale invece è assolutamente inadeguata. “La Regione – ha detto Ridolfi – dovrebbe riconoscere con umiltà il fallimento della politica turistica portata avanti fino a oggi,
segnata da velleitarismi e iniziative propagandistiche, che da un lato non sostiene pienamente il turismo balneare e dall’altro
offre risorse insufficienti alle necessità di altre aree del territorio”.
“L’astensione di Fi – ha concluso Ridolfi – è comunque il segno di una responsabile disponibilità nei confronti dei segnali di miglioramento contenuti nella delibera. Marco Lombardi (Fi) ha ribadito il voto di astensione motivato dal fatto che il provvedimento ha seguito un percorso corretto (discussione in Aula) e sono state in parte accolte le modifiche proposte. “Con questo provvedimento, utilizzando tutte le risorse a
disposizione, diamo un sostegno serio agli operatori, valorizzando tutte le imprese turistiche della nostra regione” ha detto Andrea Gnassi (Ds) dichiarando il proprio voto favorevole.