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una riflessione

Crisi della costruzioni e superbonus: il futuro è prevedibile

di Carlo Alberto Pari   
Tempo di lettura 4 min
Dom 19 Ott 2025 07:08 ~ ultimo agg. 17 Ott 02:30
Tempo di lettura 4 min

L’EDITORIALE DELLA DOMENICA

di Carlo Alberto Pari


Adesso si parla di crisi delle costruzioni e si lamentano prezzi lievitati nel comparto. A volte, è estremamente facile prevedere il futuro in questo Paese. Un ulteriore esempio è il “Superbonus”. Lo capivano in tanti come sarebbe andata a finire, ma quando paga “Pantalone”, spesso, i contrasti si appianano. Purtroppo però, il debito pubblico rimarrà ai figli ed ai nipoti, compromettendo i servizi essenziali, come già in parte accade, con penalizzazione, soprattutto per i meno abbienti. Recenti stime, indicano per il “Superbonus” un costo finale netto per lo Stato di circa 90 miliardi di euro, una cifra abnorme. Difficile stabilire quanti immobili siano stati coinvolti, ci sono stime che presumono circa 500.000 unità, altre il doppio, comunque, un numero estremamente marginale, rapportato ai circa 35.000.000 di immobili residenziali presenti nel nostro Paese. Per offrire un parametro di riflessione al lettore, è bene prendere atto che alcuni calcoli indicano in 40 miliardi, la cifra necessaria per salvare la lenta agonia della sanità pubblica. Inoltre, avremmo potuto abbassare adeguatamente la tassazione sul lavoro, con benefici per la competitività delle imprese e l’adeguamento dei salari al costo della vita, avremmo potuto acquistare mezzi moderni ed idonei per la difesa del Paese, assumere Forze dell’ordine per la sicurezza, realizzare nuove carceri per risolvere il sovraffollamento, investire miliardi per la messa in sicurezza idrogeologica di alcuni territori!
Lo scrissi in diversi articoli anni addietro, poco dopo la promulgazione delle normative riguardanti il “superbonus”, peraltro prorogato nel 2021: 1) siamo un
Paese molto indebitato, che non può permettersi di appesantire il debito pubblico 2) è una norma che consente a chi ha già una casa di ristrutturarla a carico totale o parziale della fiscalità generale, mentre circa il 25% delle famiglie italiane non ha ancora una casa in proprietà 3) chi ristrutturerà, usufruendo a norma di legge del super bonus, si troverà verosimilmente un valore immobiliare significativamente aumentato, a spese di uno Stato indebitato, un’ingiustizia macroscopica, soprattutto, verso chi deve pagare l’affitto 4) rilancerà l’edilizia nell’immediato (appare ovvio, se si permette di ristrutturare senza spendere soldi, anche se si regalano le auto, nell’immediato il mercato si espanderà! ), ma passato l’evento, resterà un danno sul comparto per molti anni, per due motivi . Il primo: l’incremento folle dei prezzi dei materiali, perché variano soprattutto in funzione della richiesta, certamente elevatissima se priva di costi! Non serviva un Master in economia per capirlo, purtroppo, ora sono in difficoltà persino molte Istituzioni, che si trovano preventivi di spesa lievitati, per le opere da realizzare. Il secondo è altrettanto evidente, dopo la concentrazione delle richieste di ristrutturazione dovute alla normativa, non era complesso prevedere un crollo del lavoro, con conseguente crisi del settore e dell’occupazione, che peraltro, oggi fruisce ancora dei lavori previsti dal PNRR, ma finiranno presto. Era un’analisi complessa e non prevedibile? Non si poteva evitare o contenere? La stragrande maggioranza degli italiani, hanno tratto beneficio da questa nuova presunta montagna di debiti? Lascio al lettore la risposta.
Attualmente si opera in diversi campi con i soldi del PNRR, grazie al quale, anche il PIL rimane a livello di galleggiamento, ma in maggioranza sono ulteriori debiti da pagare nei prossimi decenni, speriamo vengano almeno utilizzati in modo utile, con sarcasmo, non solo per realizzare le innumerevoli piste ciclabili anche nei posti dove non passa quasi mai nessuno, amplificando peraltro i costi di manutenzione futuri, visto che per molti Comuni, sono problematici persino gli sfalci estivi nei parchi.
Quando finiranno anche i denari del PNRR, chissà che altri debiti ci inventeremo per continuare, intanto, i servizi essenziali, indispensabili, irrinunciabili, primari rispetto a qualsiasi altra cosa, come la Sanità Pubblica, sono sempre più bisognosi di risorse, cure indispensabile per evitarne l’irreversibilità della malattia. Del resto, se l’astensionismo è arrivato a livelli estremamente preoccupanti per una Democrazia rappresentativa, un motivo ci sarà, forse è una forma di dissenso, o peggio, di sfiducia e rifiuto a farsi rappresentare. Sarebbe auspicabile, anzi opportuno, riflettere ed intervenire con estrema urgenza, altrimenti, il rischio sarà la protesta nelle piazze, magari in parte spontanea, come accaduto per gli eventi in Palestina, dopo anni di ignavia di chi avrebbe potuto e forse dovuto, cercare soluzioni e promulgare significative sanzioni.

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