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le proposte della consigliera

Ceto medio in affanno. Petitti: serve reddito di cittadinanza regionale

In foto: Emma Petitti
Emma Petitti
di Redazione   
Tempo di lettura 3 min
Mer 27 Ago 2025 15:06 ~ ultimo agg. 15:13
Tempo di lettura 3 min
A Rimini, oltre il 40% dei cittadini dichiara meno di 15.000 euro annui. Il reddito medio si ferma a 24.230 euro (a Bologna il più alto della regione, oltre 31.000 euro), mentre l’inflazione locale ha superato il 2,8% annuo (a Reggio Emilia la più bassa, pari allo 0,8%). Il ceto medio, quello che lavora, paga le tasse e tiene in piedi la comunità, è oggi il più esposto. Da questi dati nasce la riflessione accompagnata da una proposta della consigliera del PD Emma Petitti.
 
È il momento di agire con misure strutturali di riequilibrio regionale – afferma Emma Petitti, vicesegretaria regionale PD e consigliera dell'Emilia-Romagna –. La strada segnata a Bologna con lo scudo per il ceto medio, promosso dal sindaco Lepore e sostenuta anche dal professor Zamagni, può diventare un riferimento per altri territori. Ma la regia deve essere regionale, per garantire maggiore equità e correggere gli squilibri tra le diverse aree dell’Emilia-Romagna.”
 
A Rimini, una famiglia media affronta un’inflazione del 2,8%, che si traduce in un costo aggiuntivo di oltre 770 euro annui, il più alto in Emilia-Romagna (a Reggio Emilia l’aumento minore, pari a circa 220 euro). Una differenza che, tra i diversi territori della regione, può arrivare fino a 550 euro nel corso dell'anno. Le imposte locali, le tariffe dei servizi e le detrazioni fiscali restano uguali ovunque, ignorando il peso reale che grava sulle famiglie. È un paradosso che non può più essere ignorato. Le proposte avanzate da Petitti sono sostanzialmente tre: 1. Reddito di cittadinanza regionale: Un contributo mensile per chi lavora ma non riesce a far fronte al caro vita. Salario minimo garantito: Una soglia di dignità salariale da applicare nei contratti pubblici e negli appalti regionali.Tariffe eque per il ceto medio: Un patto territoriale per l’accesso equo ai servizi essenziali — trasporti, sanità, istruzione — con attenzione alle famiglie a reddito medio.
 
La sinistra – conclude Petitti – deve tornare a parlare a chi lavora, a chi ha paura di non farcela, a chi non ha voce. Se il governo ignora il disagio sociale, l’Emilia-Romagna può diventare laboratorio di una nuova stagione di diritti, welfare e sostegno al reddito. Intendo portare queste proposte nel confronto interno al PD, per tradurle in azioni concrete anche in sede regionale.”
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