Indietro
menu
Sull'accordo c'è chi frena

Cau, proroga fino a giugno per il personale. In attesa del nuovo accordo

In foto: il Cau di Cattolica
il Cau di Cattolica
di Redazione   
Tempo di lettura 3 min
Mar 23 Dic 2025 14:45 ~ ultimo agg. 14:55
Tempo di lettura 3 min

Arriva un nuova proroga per il personale dei Cau, i centri di assistenza e urgenza attivi in Regione ormai da alcuni anni. Sono stati infatti prorogati fino a fine giugno 2026, e comunque fino alla data di entrata in vigore del nuovo accordo integrativo regionale con i medici di medicina generale, i contratti dei medici impiegati nei Cau che erano in scadenza il 31 dicembre 2025. Il provvedimento, assunto nell'ultima seduta della Giunta regionale, ha l'obiettivo di continuare a garantire un servizio che dal 2024 è stato utilizzato da oltre 1,2 milioni di persone, circa un quarto della popolazione regionale.

 "Una decisione assunta- commenta l'assessore alle Politiche per la salute, Massimo Fabi- per non interrompere un servizio che funziona e che costituisce ormai un punto di riferimento per i territori. Continuiamo a lavorare e a dialogare con le organizzazioni sindacali per giungere al più presto a un accordo integrativo che, come ha affermato il presidente Michele de Pascale, si candida ad essere il più innovativo del paese e rivoluzionerà, in meglio, le cure territoriali dell'Emilia-Romagna". Una prima proroga dei contratti, in scadenza lo scorso 31 marzo e prorogati quindi al 31 dicembre 2025, si era resa necessaria nei mesi scorsi anche alla luce della 'rivisitazione' degli stessi Cau da parte della nuova amministrazione regionale.

Sull'accordo integrativo c'è però chi tira il freno. Si tratta dei sindacati Snami, Smi e Fmt che hanno formalizzato una comunicazione al presidente de Pascale e all'assessore Fabi in cui manifestano il loro "disappunto" e le loro "rimostranze" sul "metodo con cui sta procedendo la trattativa". La lettera, che porta le firme di Roberto Pieralli, Michele Tamburini e Vincenzo Immordino, evidenzia tre diverse criticità emerse nella riunione del 17 dicembre "che riteniamo gravi e non compatibili con un confronto corretto, paritario e trasparente". In particolare, i sindacati medici puntano il dito contro una "serie numerosissima di incontri, anche di intera giornata (indicativamente 9-18 e per più giornate), con la sola organizzazione sindacale Fimmg", la principale organizzazione dei medici di base. Questo, "alla luce del fatto che le altre organizzazioni sindacali hanno potuto entrare nel merito ad oggi in un solo incontro, produce un effetto oggettivo: una trattativa separata- scrivono le tre sigle- e un evidente sbilanciamento del confronto, non coerente con il principio di parità tra le organizzazioni sindacali partecipanti al tavolo. I tavoli possono essere separati, ma la trattativa, lo dobbiamo ricordare, è unica". Non basta. "Con ulteriore disappunto- si legge ancora- dobbiamo evidenziare che, al nostro arrivo al tavolo del 17 dicembre 2025, la delegazione di parte pubblica non ha presentato una bozza integrata che recepisse - anche solo come alternative o opzioni- i contributi testuali delle altre organizzazioni sindacali, ma ha sottoposto alle organizzazioni sindacali un documento che appariva, nella sostanza, come il testo della Regione già discusso con Fimmg". Infine, "a fronte delle richieste di entrare nel merito dei singoli temi e di vedere integrate nel documento le proposte delle altre sigle, la delegazione ha dichiarato di aver 'letto' i testi sindacali e di aver predisposto 'note/osservazioni', ma senza procedere a un reale recepimento o a una effettiva integrazione nella bozza in discussione, pur riconoscendo che alcune parti risultavano meritevoli di accoglimento". Snami, Smi e Fmt ribadiscono infine la disponibilità ad un "confronto costruttivo nel merito", ma chiedono un cambio di rotta. Infatti, avvertono, la prosecuzione della trattativa "con un'impostazione percepita come sbilanciata, e con un testo non chiaramente 'comune' e condiviso come base di lavoro, rischia di compromettere la credibilità del percorso e la stessa tenuta delle relazioni sindacali".

 

Altre notizie