Biagini su condanna Pisapia: basta coi protetti in ‘vacanza premio’


Lo afferma l’assessore comunale alle politiche per la Sicurezza Roberto Biagini, che ripercorre la vicenda di Pisapia come emblematica di un sistema che Rimini non può più sostenere.
Il comunicato di Biagini:
Rimini e i vari “Pisapia”
La condanna a 10 anni di reclusione per “tentato omicidio” inflitta dal Tribunale di Rimini al 23enne Matteo Pisapia non può, ma soprattutto non deve, essere relegata ad uno dei tanti fatti di cronaca che occupano gli spazi della “nera-giudiziaria” dei quotidiani riminesi.
E’ l’epilogo di “un sistema” di un “meccanismo perverso” nato anni addietro che deve necessariamente essere fermato. La realtà economico-sociale riminese non se lo può più permettere.
Matteo Pisapia è figlio di un “ex collaboratore di giustizia”, Adamo Pisapia, il quale, grazie a qualche “mente fina”,a “qualche zelante funzionario dello stato (un vero fenomeno…………) ” è stato destinato a Rimini, meta “ideale” nonché località “idonea”, a garantire al “collaboratore” adeguata protezione, come se a Rimini passasse inosservato nella moltitudine di presenze che transitano nella nostra città e come se l’autorità locale di pubblica sicurezza a Rimini non avesse avuto altro di cui occuparsi, oltre che a fare da “badante” al “collaboratore” Pisapia per controllare il rispetto del protocollo di protezione, il quale poi, come si è visto, non è stato ottemperato con tanto di revoca.
Rimini era talmente “idonea” a questa “terapia di recupero” che tutto quello che è gravitato intorno al mondo del “collaboratore” ha avuto a che fare con atti di polizia giudiziaria e amministrativa: a Marina Centro, Marebello, e Viserba sono state chiuse attività di intrattenimento (alcune delle quali poi con il perverso sistema dei prestanomi hanno riaperto ) con provvedimenti previsti dal T.U.L.P.S. e riconducibili “all’ entourage” di quel
“collaboratore” che poi, scoperta dell’acqua calda, hanno trovato “affinità culturali e didattiche” con esponenti della malavita albanese e rumena come ampiamente testimoniano le cronache giudiziarie.
Quante altre notizie di “nera” dovremmo leggere di persone legate al prossimo “pentito protetto”, o al “soggetto pericoloso” inviato a Rimini per “una vacanza premio” ?
Prima un bar, poi un disco-pub, poi una discoteca? Il prossimo sarà un albergo (segnali a dir poco inquietanti provengono dal settore), una zona balneare, un supermercato?
Quanti sono i soggetti in “regime di protezione” che attualmente gravitano “nel circondario Rimini”? E quanti i loro “cugini”, cioè quelli sottoposti a regime di prevenzione ? Quanti ne arriveranno ancora?
Questa settimana Rimini vedrà nascere il primo “Salone della Giustizia” la nostra città sarà al centro dell’attenzione nazionale per il tema trattato e per la presenza delle più importanti cariche istituzionali che porteranno il contributo sul tema.
Ritengo l’occasione ghiotta affinché i nostri rappresentanti istituzionali locali insieme ai nostri parlamentari affrontino il tema in questione chiedendo serie garanzie di non avere più a che fare con questo tipo di soggetti nella nostra provincia, assolutamente inidonea ad ospitarli.
Non ce lo possiamo più permettere
Roberto Biagini