Battaglia sanità. Lega contro Donini e Carradori: Romagna usata come cavia


L’arrivo dell’assessore Raffaele Donini a Novafeltria per fare il punto sulla riforma della sanità (vedi notizia) non serve a placare gli animi. La Lega, per voce della segretaria provinciale Elena Raffaelli (presente all’incontro), punta il dito su atteggiamento e dichiarazioni dell’assessore e del direttore generale dell’Ausl Romagna Tiziano Carradori definendoli “offensivi e inaccettabili“. Secondo il Carroccio (rappresentato anche dal consigliere regionale Daniele Marchetti e dal segretario comunale Loriano Cicconi) “ciò che è emerso rappresenta l’esatto opposto dei desiderata dei residenti locali e del Comitato ‘Giù le mani dall’ospedale di Novafeltria’, ovvero la ristrutturazione dell’ospedale Sacra Famiglia e la conversione in Pronto soccorso del Punto di primo intervento (PPI)“. Raffaelli e Marchetti ritengono “gli obiettivi della riforma dell’emergenza/urgenza calati dall’alto dalla Regione sono diversi, sbagliati e penalizzanti per il territorio“. Secondo la Lega infatti “l’obiettivo non dichiarato di Donini e della Regione è insediare il CAU, depotenziare gradualmente il PPI e negare il PS. Un errore strategico che penalizzerà l’intero territorio. La Romagna ancora una volta viene trattata come una cavia da laboratorio, nè alla Giunta Bonaccini interessa potenziare i servizi nelle aree cosiddette disagiate per evitare il grave rischio spopolamento“. Raffaelli contesta anche l’atteggiamento tenuto dall’assessore nei confronti del sindaco di Novafeltria Stefano Zanchini “che certamente per professione può parlare di sanità a ragion veduta“. Duro anche il commento del parlamentare Jacopo Morrone, segretario della Lega Romagna, aggiornato sull’esito dell’incontro. “Invece di ascoltare le preoccupazioni e i suggerimenti di cittadini e operatori della sanità – attacca il parlamentare –, Donini preferisce fare propaganda politica falsificando la realtà. La verità è che il Governo Meloni è il primo da anni ad aumentare i fondi alla sanità pubblica prevedendo, nella manovra finanziaria, 3 miliardi di euro in più per il Fondo sanitario nazionale per il 2024, 4 miliardi per il 2025 e 4,2 miliardi dall’anno 2026. Risorse che sono indirizzate, tra l’altro, a potenziare la spesa territoriale, all’abbattimento delle liste di attesa e al rinnovo dei contratti“.