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La battaglia del vento

Badia del Vento. Tonielli: pronti ricorsi legali e manifestazioni sui crinali

In foto: La dimensione delle pale e nel riquadro il sindaco di Casteldelci
La dimensione delle pale e nel riquadro il sindaco di Casteldelci
di Andrea Polazzi   
Tempo di lettura 4 min
Gio 8 Mag 2025 10:15 ~ ultimo agg. 14:12
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Mercoledì 14 maggio la Regione Toscana deciderà in Conferenza dei Servizi se approvare o meno il progetto Badia del Vento: sette aerogeneratori alti 180 metri che dovrebbero sorgere a Badia Tedalda, in Toscana, ma di fatto al confine con l’Alta Valmarecchia con Casteldelci il comune più esposto. "Faranno la loro scelta - dice il sindaco Fabiano Tonielli nella trasmissione di Icaro TV Fuori dall'Aula - ma, in caso di via libera, noi siamo pronti con il nostro pool di legali a prendere tutte le contromisure per contrastare questo scempio. Inoltre stiamo preparando una mobilitazione sui crinali che sarà fatta da tutte le forze politiche dell'Emilia Romagna e da tutte le associazioni. In questa area l'eolico non si può fare perchè non è idonea".

Ospiti della trasmissione anche il presidente di Legambiente (favorevole al progetto) Davide Ferraresi, il vicepresidente del WWF riminese Antonio Brandi, Andrea Carlini di Italia Nostra e Fabio Borlenghi dell'associazione Altura.

 

Una battaglia del vento che divide due Regioni, confinanti e vicine dal punto di vista politico. Oggetto del contendere è il progetto Badia del Vento con sette aerogeneratori alti 180 metri che dovrebbero sorgere a Badia Tedalda, in Toscana, ma di fatto al confine con l’Alta Valmarecchia: Casteldelci il comune più esposto. Emilia Romagna e comuni riminesi hanno dato parere negativo a differenza del favore da parte di Badia Tedalda e, pare, della stessa Toscana. Le contestazioni riguardano l’impatto sul paesaggio, sulle aree naturali protette e sulla sicurezza di un territorio già alle prese con frequenti fenomeni di dissesto idrogeologico. Il presidente de Pascale ha scritto al collega toscano Giani ribadendo il no al progetto e chiedendo condivisione per “rivedere la collocazione e la configurazione degli impianti”. Ultimo atto di una protesta politicamente bipartisan. Sul piede di guerra anche numerose associazioni ambientaliste come Italia Nostra, WWF, CAI, Altura, Appennino Sostenibile, Tess ed altre ancora mentre Legambiente sostiene il progetto contestando la posizione emiliano romagnola. Intanto nei giorni scorsi la Toscana ha bocciato il progetto gemello Passo di Frassineto nell’appennino aretino: stessa potenza e stesso proponente ma rivolto sul versante toscano. La decisione su Badia del Vento è invece attesa per il 14 maggio, quando tornerà a riunirsi la Conferenza dei Servizi. Le posizioni restano distanti.


Cosa dice la politica

Una questione ambientale ma anche politica. Il progetto Badia del Vento ha surriscaldato il clima, specie sul versante romagnolo. Il deputato PD Andrea Gnassi ricordando il protocollo firmato da Emilia Romagna e Toscana sulla collaborazione relativa alle aree di confine cita il cosiddetto principio del nimby (non nel mio giardino), snocciolando i pareri negativi sul progetto espressi da Emilia Romagna e Marche, dalle Province di Rimini e Pesaro Urbino, dall’Unioni dei Comuni e dalle Soprintendenze, compresa quella della stessa Toscana. Unica soluzione, dice, un tavolo tecnico congiunto. ”Non esiste un buon compromesso” sono le parole del senatore riminese del Movimento 5 Stelle Marco Croatti secondo cui “il ‘prezzo’ per le comunità e per il territorio è assolutamente inaccettabile”. Un forte “no” al progetto arriva anche dalle consigliere regionali Pd Emma Petitti e Alice Parma che in una interrogazione alla Giunta chiedono tra l’altro “quali azioni intenda intraprendere la Regione per sollecitare l’applicazione del principio di leale collaborazione con la Toscana affinché, per impianti quale quello di Badia del Vento, vengano presi in considerazione gli effetti diretti e gli impatti sui Comuni di confine”. “Un impianto eolico in quei territori, dice il consigliere di Fratelli d’Italia Nicola Marcello, "velocizzerebbe un processo di impoverimento e regressione dell’economia locale legata al turismo e alle attività socioculturali che i piccoli comuni montani stanno con fatica promuovendo". Il consigliere punta poi il dito sulla precedente Giunta guidata da Stefano Bonaccini che non avrebbe preso posizione ufficiale sull’impianto e invita la Regione ad opporsi al progetto eventualmente anche in tribunale. Il presidente Michele de Pascale nei giorni scorsi, insieme all’assessora Priolo, ha scritto al parigrado toscano Giani (anch’esso del Pd) evidenziando i “potenziali e significativi danni” di fronte ai quali “non sono individuabili forme di compensazione e mitigazione” e chiedendo di “rivedere collocazione e configurazione degli impianti” attraverso una via condivisa che coniughi transizione energetica e tutela del territorio. Ora la palla passa alla Toscana che, rinviando la conferenza dei servizi al 14 maggio, ha preso tempo. Ma la decisione finale si avvicina

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