21 posti a rischio. I dipendenti Comifar in presidio davanti alla prefettura


La crisi arriva a toccare anche il settore dei medicinali. Oggi davanti alla prefettura hanno protestato una quindicina dei 21 dipendenti dello stabilimento locale della multinazionale del farmaco Comifar (gli altri, visto che si tratta di un pubblico servizio, hanno dovuto garantire l’attività minima). L’azienda, attraverso una riorganizzazione contestata dai sindacati, ha deciso infatti di chiudere tra fine aprile ed i primi di maggio il magazzino di Rimini e quello di Ancona.
“L’azienda è da oltre due anni – spiega ai microfoni di IcaroTv Isabella Pavolucci della Filcams Cgil Rimini – che ogni volta che incontra le organizzazioni sindacali nazionali comunica la dismissione di alcuni magazzini di piccole e medie dimensioni. L’azienda però non ascolta le nostra richiesta di predisporre un progetto di riorganizzazione e ristrutturazione in grado di recuperare le quote di mercato perse nel tempo.”
Quote di mercato perse che hanno inciso sul fatturato dei magazzini e frutto, secondo i sindacati, di una politica di progressivo abbandono delle piazze di riferimento. Per i 21 lavoratori riminesi, così come per i 18 di Ancona, la prospettiva è ora lo spostamento nella nuova sede di Marotta che ospiterà però solo 9 full time e 5 part time. Saranno tanti quindi gli esuberi a cui fare fronte. “Per quanto riguarda il magazzino di Rimini – spiega ancora Isabella Pavolucci – ci sono molte criticità a partire dalle implicazioni sociali del fatto che vi lavorano tre nuclei famigliari. Inoltre si tratta di lavoratori talmente specializzati nel loro settore e con tali anzianità di servizio da essere difficilmente ricollocabili sul territorio. Anche perchè nella nostra provincia non ci sono altre aziende di distribuzione del farmaco”.
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