Indietro
menu
di Gianfranco Vanzini

I sì del Decalogo: L'uso buono e corretto del tempo

In foto: pexels
pexels
di Redazione   
Tempo di lettura 4 min
Ven 3 Ott 2025 12:27 ~ ultimo agg. 12:42
Tempo di lettura 4 min

Terzo appuntamento con "I sì del Decalogo - Una guida per tutti": una lettura nuova e propositiva dei 10 Comandamenti
L’uso buono e corretto del tempo
“Ricordati del giorno di sabato per santificarlo. Sei giorni faticherai e farai ogni lavoro ma il settimo giorno è il sabato in onore del Signore tuo Dio (...). Perché in sei giorni il Signore ha fatto il cielo e la terra e il mare e quanto è in essi, ma si è riposato il giorno settimo. Perciò il Signore ha benedetto il giorno di sabato e lo ha dichiarato sacro”. (Es 20, 8-11). È il terzo dei 10 Comandamenti che Dio ha dettato a Mosè sul Monte Sinai. E, nella versione attuale dei 10 Comandamenti, il precetto ricevuto da Mosè viene sintetizzato in: “Ricordati di santificare le feste”. È il primo consiglio concreto che Dio dà agli uomini ed è l’indicazione che regola e definisce il ritmo della quotidianità del lavoro e del riposo.
Come il Signore si è riposato il settimo giorno, anche tu hai il diritto di farlo. Devi ricordarti però che è il Signore che ti ha creato e ti sostiene, perciò il settimo giorno devi ricordarti di Lui e ringraziarlo. Dopo la nascita di Gesù, in memoria della Sua resurrezione avvenuta “il primo giorno dopo il sabato”, la Chiesa ha dichiarato santo il giorno di Domenica.
Che cosa vogliono indicarci Dio e la Sua Chiesa con questo Comandamento? Primo. Fare memoria della creazione divina e del nostro essere creature di Dio.
Secondo. Gesù è risorto dai morti la domenica di Pasqua, il primo giorno della settimana dopo il sabato. La domenica diventa così il giorno e il simbolo della nuova Creazione e della nuova alleanza in Cristo. È il giorno del Signore, nel quale, con la celebrazione della Santa Messa, si fa memoria della Sua passione, morte e resurrezione.
Terzo. Come Dio cessò nel settimo giorno da ogni suo lavoro e si riposò, così anche la vita dell’uomo è ritmata dal tempo del lavoro e dal tempo del riposo.
L’istituzione del giorno del Signore acquista pertanto anche un’altra valenza importante: ci insegna il corretto uso del nostro tempo.
Il lavoro è importante, in quanto è attraverso il lavoro che l’uomo si realizza. Lavorando con impegno e competenza, egli attualizza e concretizza le sue capacità e mette a frutto i talenti ricevuti, conquista la sua indipendenza e la sua libertà, provvede al suo sostentamento, a quello dei suoi familiari e delle persone che gli sono affidate, coopera al bene della creazione e della comunità nella quale vive.
Il lavoro, tuttavia, pur importante, non può e non deve esaurire tutte le nostre capacità e le nostre energie e non deve assorbire tutto il nostro tempo. Perciò questa indicazione divina ha un’altra importante funzione: ci libera dal rischio di una schiavitù molto pericolosa: la schiavitù del lavoro.
Quanti, spinti dal desiderio di guadagno o di soddisfazione personale, dedicano al lavoro tutte le proprie energie? Poi, come spesso succede, si pentono, perché magari non si sono accorti che nel frattempo i figli sono cresciuti, senza averli potuti seguire, che la moglie, o il marito, si è sentita, o sentito, trascurata o trascurato e i rapporti si sono guastati fino alla rottura. Sono situazioni, purtroppo, abbastanza frequenti e dolorose al giorno d’oggi.
Ecco un’altra positività del Decalogo; imparare ad usare bene il tempo: Dio, lavoro, riposo, festa.
Gianfranco Vanzini
P.S. Sintesi tratta dal libro: Un Padre buono e premuroso, un Giudice misericordioso (pag. 43) La Piazza Editore - di Gianfranco Vanzini e Simone Lombardi.
Disponibile su Amazon - in copia cartacea o digitale kindle

Altre notizie
di Redazione
FOTO