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la storia di una 29enne

Riminese incinta operata di tumore al seno. La mamma e il feto stanno bene

In foto: il professor Magalotti e la sua equipe
il professor Magalotti e la sua equipe
di Lamberto Abbati   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
mer 3 apr 2024 19:21 ~ ultimo agg. 4 apr 16:13
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La gioia della gravidanza e l’incubo del tumore. Felicità prima e paura poi che si mischiano. Ora, questa donna riminese di 29 anni, al settimo mese di gravidanza, alla quale lo scorso 15 marzo hanno diagnosticato un tumore al seno nel corso di una visita di routine, può tirare un sospiro di sollievo. L’intervento di asportazione del carcinoma alla mammella, eseguito appena una settimana più tardi dal dottor Cesare Magalotti e dalla sua equipe all’ospedale Santa Croce di Fano, è perfettamente riuscito. In gioco c’erano due vite, quella della mamma e quella della bambina che porta in grembo. Entrambe, per fortuna, stanno bene. “Dopo l’intervento, appena ho aperto gli occhi – racconta la donna – i ginecologi mi hanno fatto sentire il battito della mia bambina. E’ stata una sensazione stupenda, nonostante in quei frangenti non fossi ancora del tutto in me”. 

Il senologo Menghini

La 29enne ha scoperto di avere un tumore quasi per caso. Una diagnosi inaspettata arrivata grazie alle professionalità del senologo riminese Lorenzo Menghini. “Ero andata alla visita senologica per un piccolo cicciolino che avevo su un capezzolo – spiega la donna -, così, in previsione di un futuro allattamento, avevo pensato di rimuoverlo. In effetti quella si è rivelata essere una cosa di poco conto, un normale polipetto”. Dalla prosieguo della visita e dalla successiva palpazione, il senologo ha poi individuato un nodulino sospetto di 12 millimetri, che si rivelerà essere un tumore. Ecco perché la futura mamma ci tiene a sottolineare l’importanza della prevenzione, a qualsiasi età: “Noi donne, come andiamo dal ginecologo una volta all’anno, lo stesso dovremmo fare col senologo, perché la prevenzione dipende soprattutto da noi e la tempestività di una diagnosi il più delle volte può salvarci la vita”

Quello della riminese può definirsi un esempio della sanità che funziona. Infatti, dalla diagnosi all’intervento, sono passati appena 12 giorni. Un lasso di tempo breve nel quale la donna non si è mai sentita sola, grazie al costante sostegno professionale e morale del professor Menghini, dei medici dell’Istituto Europeo di oncologia di Milano a cui in prima battuta si è rivolta e del primario Magalotti e della sua equipe che l’hanno operata. “Mi hanno fatta sentire al sicuro – dice -, mi hanno fatto capire che tutto sarebbe andato per il verso giusto e così è stato. La loro non è una semplice professione ma una vera e propria missione. E a me, anzi a noi, hanno salvato la vita”.