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maxi risarcimento

Investita per sbaglio durante l'uscita dal parcheggio, moglie fa causa al marito

In foto: repertorio
repertorio
di Lamberto Abbati   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
sab 22 apr 2023 18:20 ~ ultimo agg. 23 apr 18:07
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Durante una manovra per uscire dal parcheggio di casa ha accidentalmente colpito la moglie, che stava salendo in auto, trascinandola a terra e fratturandole una gamba. Una lesione seria, considerata soprattutto l’età della donna, una riminese all’epoca dei fatti (era il 2013) di 83 anni, che in seguito a quella caduta riportò postumi invalidanti pari al 35% di menomazione all’integrità psicofisica. Per ottenere il risarcimento danni la signora (rappresentata dagli avvocati Stefano Caroli e Paolo Gippone), fu costretta a istruire una causa civile nei confronti del marito, un riminese di 84 anni, titolare del contratto assicurativo e al momento del sinistro al volante del veicolo.

Quella sera (era l’agosto del 2013) il marito effettuò una retromarcia per uscire dal parcheggio di casa, mentre la moglie, prima che l’uomo iniziasse la manovra – è la tesi degli avvocati dell’84enne -, aveva aperto la portiera per salire in auto mettendo dentro l’abitacolo la gamba sinistra. Il marito, che non si sarebbe accorto di nulla, proseguì la retromarcia finendo per travolgere con la portiera la consorte, che fu scaraventata a terra e si fratturò una gamba. Una ricostruzione contestata dalla compagnia assicurativa, costituitasi nel frattempo in giudizio attraverso l’avvocato Claudio Masini. Il tribunale di Rimini, con sentenza datata 11 gennaio 2017, riconobbe un concorso di colpa dell’anziana pari al 50% e condannò il marito (che nel frattempo era scomparso) e la compagnia assicurativa in via solidale ad un risarcimento danni di 47mila euro.

La sentenza di primo grado fu appellata dai legali della 83enne, che insistevano sul fatto che il marito avesse iniziato la retromarcia quando la moglie aveva già inserito il piede sinistro nell’abitacolo, quindi durante il tentativo di ingresso nell’auto da parte della donna e non prima. Una tesi condivisa anche dalla Corte d’Appello di Bologna, che recentemente ha ritenuto responsabile in toto il defunto marito della signora e obbligato quindi la compagnia assicurativa a liquidare per intero alla riminese l’importo di 94mila euro.