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"il cuore dei pastori"

Circa 250 persone alla messa di Natale in stazione a Rimini

di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
lun 26 dic 2022 10:42 ~ ultimo agg. 27 dic 10:56
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Circa 250 persone, molti dei quali giovani, la notte di Natale per la messa che si è celebrata davanti alla stazione di Rimini. A presiedere don Marco Evangelisti, diventato sacerdote solo da pochi mesi. Un momento intenso, vissuto con la semplicità dell’essenziale. Prima dell’inizio della celebrazione i volontari della Capanna di Betlemme della comunità Papa Giovanni XXIII hanno invitato chi dorme in stazione a partecipare alla celebrazione. Per animare la liturgia erano presenti anche i volontari e le suore che fanno servizio alla Caritas, gli scout del Rimini 3 e del Rimini 5, le suore di Sant’Onofrio.

 

Durante l’omelia don Marco ha ricordato come Gesù nasca in una stalla, in un contesto povero e la mangiatoia sia il luogo dove mangiano le bestie, “nasce già come un’offerta. Maria e Giuseppe non erano riusciti a trovare posto in nessun albergo, ancora deve nascere ma già non viene accolto come si accolgono le persone… se ci pensate è commovente il fatto che Dio decida di nascere come un bambino in mezzo al suo popolo, in un ambiente povero… è come se dicesse a ciascuno di noi: non voglio spaventarti con la mia grandezza, per questo nasco piccolo, fragile e povero… proprio come te. Lo fa affinché noi possiamo accoglierlo e amarlo più da vicino e entrare pian piano nel mistero del suo amore.

E poi un richiamo ai pastori, i primi a ricevere l’annuncio della nascita del Salvatore, con un pensiero agli emarginati incontrati: “erano persone emarginate e considerate impure, malviste… ma forse proprio per questo erano le persone che avevano il cuore aperto e non indurito, un cuore che ha permesso loro di incontrare la novità di Dio. È a partire dall’umiltà dei pastori che anche noi possiamo permettere a Dio di amarci, di entrare nella nostra vita. I pastori se ne vanno rendendo gloria a Dio per aver visto il bambino. Allora la domanda che vi faccio questa sera è: Dov’è il mio cuore rispetto a Dio?”

Molto significativo il gesto dell’Offertorio: è stato abbattuto un muro costruito con dei cartoniperché noi vogliamo dire no alla guerra, all’odio e alla violenza” e alcuni degli scatoloni utilizzati per la realizzazione del muro sono stati trasformati in culle e posti davanti al piccolo altare. “perché diventino culle di un Dio che oggi nasce in strada, nasce al gelo, nella violenza e nella povertà, perché appunto oggi celebriamo il Natale anche in tutti questi paesi scritti sul muro, dove attualmente è in corso un conflitto; celebriamo il Natale anche nelle strade della nostra città, nei nostri cuori, che possono essere gelidi o abitati dall’odio, ma che oggi sono illuminati dalla nascita di Gesù Bambino. Per questo in processione dei bimbi porteranno all’altare tanti gesù bambini che questa sera “nascono” in queste culle”. In processione insieme ai doni offertoriali è stato portato il pane fatto da due ragazze di etnia rom, scappate tanti anni fa dalla guerra nei balcani e che ora hanno caso a Rimini: “hanno voluto preparare questo pane, che alla fine della messa sarà offerto a tutti, nel momento conviviale che vivremo. Il loro gesto ci insegna oggi che nessuno è così povero da non avere nulla da donare“.