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due amici a rischio processo

Filmano un rapporto sessuale, nei guai per revenge porn. Ma il video li scagiona dalla violenza

In foto: i carabinieri davanti al tribunale di Rimini (repertorio)
i carabinieri davanti al tribunale di Rimini (repertorio)
di Lamberto Abbati   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
mer 30 nov 2022 19:33 ~ ultimo agg. 1 dic 13:47
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Sono accusati di aver diffuso su una chat WhatsApp di amici un video intimo che li ritrae intenti a consumare un rapporto sessuale con una ragazza di 10 anni più giovane conosciuta alcune ore prima in una discoteca di Misano. Quello stesso filmato, però, li scagionerebbe da un’accusa ancora più grave, quella di violenza sessuale aggravata ai danni della giovane, intercettata all’alba, nell’agosto scorso, da una Volante della polizia di Stato mentre vagava in stato confusionale sul ciglio di una strada provinciale.

Ad essere indagati sono due amici 30enni del Riminese, che hanno sempre negato di aver costretto la 20enne a compiere atti sessuali contro la sua volontà. Una tesi che si evincerebbe in maniera chiara proprio dal video incriminato, che i carabinieri di Riccione, ai quali sono state affidate le indagini, hanno estrapolato dal cellulare di uno dei 30enni. Dall’analisi del filmato a luci rosse gli investigatori hanno ritenuto che la potenziale vittima, per il comportamento da lei tenuto e per le frasi pronunciate in quei frangenti, fosse pienamente consenziente. Nessuna costrizione quindi, né tantomeno violenza.

Ecco perché il sostituto procuratore riminese Davide Ercolani ha chiesto l’archiviazione perché il fatto non sussiste per quanto concerne l’ipotesi di violenza sessuale aggravata, sostenuta invece dal legale della 20enne, l’avvocato Stefano Caroli, che ha prodotto anche un referto medico del pronto soccorso di Rimini che attesterebbe segni compatibili con una violenza. Contestato ai due amici (difesi dagli avvocati Filippo Airaudo e Claudio Caciagli) il reato di revenge porn, ovvero di diffusione illecita di video sessualmente espliciti, per il quale rischiano il rinvio a giudizio. I loro difensori adesso hanno 20 giorni di tempo per decidere se chiedere o meno un supplemento di indagini, mentre il legale della ragazza valuterà l’opportunità di opporsi alla richiesta di archiviazione.

La 20enne ricorderebbe poco o nulla di quella notte, se non un litigio con i due amici avvenuto nella loro auto e poi di essersi ritrovata a camminare da sola lungo la provinciale. Il prima è stato ricostruito dai carabinieri. Dopo aver conosciuto i due in discoteca, la giovane si sarebbe allontanata con loro in auto abbandonando la sua compagnia. Raggiunta la casa di uno dei 30enni, i tre avrebbero consumato un rapporto sessuale, al termine del quale, ormai all’alba, sarebbero usciti per mangiare qualcosa insieme in un panificio vicino. La 20enne, però, secondo il racconto di uno degli indagati, avrebbe voluto fare ritorno dai suoi amici e avrebbe chiesto ai due di riaccompagnarla davanti alla discoteca. Sarebbe nata una discussione, con la giovane poi allontanatasi a piedi. Sentita come testimone anche la fornaia, che ricorda la 20enne come lucida e perfettamente in sé. Non avrebbe mai chiesto aiuto, né sarebbe sembrata turbata. “Era solo arrabbiata con i due ragazzi perché aveva fretta di andarsene”, avrebbe dichiarato la testimone ai carabinieri.