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minacce, botte e dispetti

Costringe il padre a vivere in un camper, figlio violento arrestato

di Lamberto Abbati   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
gio 3 nov 2022 17:46 ~ ultimo agg. 4 nov 14:24
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Di giorno era costretto a rifugiarsi in un camper prestatogli da un amico, mentre di notte a chiudersi a chiave in camera da letto, tanto era il terrore di quel figlio violento che non perdeva occasione per minacciarlo di morte e aggredirlo.

Come avvenuto l’uno novembre all’interno della loro abitazione a Riccione. In quell’occasione l’anziano padre, rimasto vedovo da poco meno di un anno, stava pranzando con la nuova compagna quando il figlio, un 42enne riccionese, è uscito dalla sua stanza e ha intimato ad entrambi di andarsene. Dopo ripetuti insulti, l’aggressione: l’uomo ha afferrato il padre alle spalle e l’ha scaraventato a terra facendogli sbattere con violenza la testa contro il pavimento. E’ stato un vicino a intervenire per calmare le acque. L’anziano, dopo essersi rialzato con un vistoso bernoccolo in testa, se n’é andato e ha allertato, come spesso accade, i carabinieri di Riccione. Che hanno arrestato il 42enne per maltrattamenti in famiglia e lesioni personali. All’uomo, accompagnato in pronto soccorso, è stato riscontrato un trauma cranico e cervicale guaribile in 15 giorni.

Del resto l’anziano genitore aveva già denunciato il figlio in passato. La prima volta nell’agosto scorso, quando in seguito ad un litigio per futili motivi il 42enne gli aveva scaraventato addosso delle sedie e il computer portatile. “Sei vecchio, tanto devi morire”, gli aveva urlato con disprezzo. Un mese più tardi, in seguito a nuove minacce di morte, l’anziano si era recato in caserma per raccontare le continue angherie del figlio, che lo spintonava senza motivo e gli sputava addosso, che gli impediva di usare la tastiera musicale per suonare e cantare staccando la spina, che gli sottraeva i soldi di nascosto, che sfogava la sua ira rompendo oggetti. Da qui la decisione di vivere in un camper che si era fatto prestare appositamente da un amico durante il giorno e di ritornare in casa e chiudersi in camera di notte per paura che il figlio potesse fargli del male.

Ora il 42enne, difeso dall’avvocato Thomas Coppola, è finito in carcere su disposizione del magistrato di turno Davide Ercolani. Sarà il gip nelle prossime 48 ore a decidere se potrà tornare in libertà.