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uno spazio al coperto

Una casa per i rider: a Rimini prende forma il progetto

In foto: archivio
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di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
gio 6 ott 2022 14:38 ~ ultimo agg. 15:17
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A Rimini si pensa alla realizzazione di uno spazio dedicato ai rider, i fattorini che consegnano cibo a domicilio: un servizio diventato ancora più importante nei mesi del covid ma ancora spesso legato a situazioni di precarietà.

“La “Casa del Rider” è uno dei progetti a cui l’Amministrazione comunale sta lavorando e che si candida a diventare un punto di riferimento importante per tutte le persone che consegnano cibo in bicicletta a Rimini. Un luogo sicuro e accessibile, in luoghi strategici della mobilità cittadina – spiega la vicesindaca con delega alle politiche per il lavoro Chiara Bellini – con la predisposizione di spazi attrezzati al coperto dove poter sostare in sicurezza e al riparo, dove poter ricaricare i cellulari, dove poter procedere ad una manutenzione dei mezzi, appoggiare e custodire le attrezzature e gli zaini, rifornirsi di accessori antipioggia e altro ancora. L’idea è anche quella di un luogo di socializzazione e confronto dei rider nelle pause tra una consegna e l’altra”.

Gli obiettivi: “Migliorare le condizioni del lavoro quotidiano dei riders riminesi (alcune centinaia quelli attivi nella nostra provincia)
attuando azioni concrete come l’adozione di misure per tutelare la salute e la sicurezza dei ciclofattorini (i cosiddetti Rider) e la disponibilità di spazi al coperto dove poter sostare in sicurezza e al riparo”.

“Un progetto a cui stiamo pensando da tempo, e per il quale stiamo raccogliendo le istanze, proposte e sollecitazioni da parte di sindacati, associazioni e lavoratori riminesi. Un intervento che sta diventando sempre più importante anche alla luce delle tristi vicende di cronaca che hanno visto proprio in questi giorni la morte in strada del giovane rider fiorentino Sebastian Galassi, l’ottava vittima bianca della gig economy italiana, tra il 2021 e il 2022. Una risposta, seppur parziale ma comunque importante, a chi svolge un’attività che spesso coincide con la precarietà – conclude la Bellini – ma anche un punto di partenza per rimettere i temi dei diritti e della tutela del lavoro al centro del dibattito riminese”.