Indietro
menu
camera ardente al PlayHall

Tornate a Riccione dopo l'ultimo doloroso viaggio le vittime dell'incidente in A4

In foto: Riccione 12/10/2022 - Incidente mortale Centro 21 arrivo feretri e camera ardente Riccione. © Manuel Migliorini / Adriapress.
Riccione 12/10/2022 - Incidente mortale Centro 21 arrivo feretri e camera ardente Riccione. © Manuel Migliorini / Adriapress.
di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
mer 12 ott 2022 15:37 ~ ultimo agg. 13 ott 12:40
Facebook Whatsapp Telegram Twitter
Print Friendly, PDF & Email
Tempo di lettura 2 min
Facebook Twitter
Print Friendly, PDF & Email

Sono arrivati poco dopo le 13,30 i feretri delle sette vittime dell’incidente di venerdì scorso in A4. Ad attenderle all’esterno del Playhall, dove è stata allestita la camera ardente, la sindaca Daniela Angelini, gli assessori comunali, i rappresentanti delle Forze dell’Ordine, ma anche tante persone desiderose di far sentire ai familiari la loro vicinanza e per portare un ultimo saluto agli amici del Centro21 tragicamente scomparsi.

Il gonfalone della città è listato a lutto. La camera ardente resterà aperta oggi, mercoledì, fino alle 22 e giovedì dalle 7 alle 11. Ci sarà anche un picchetto d’onore continuo, a cui partecipano anche i cittadini.

 

Al primo picchetto d’onore ci sono la sindaca della Perla Verde Daniela Angelini, il presidente della Provincia Riziero Santi, la consigliera regionale Nadia Rossi e il parlamentare riminese Andrea Gnassi: sono un centinaio le persone che si sono prenotate, in gran parte civili a testimoniare l’attaccamento al Centro 21 di tutta la comunità. A Maria Cristina Codicè, presidente del Centro 21 e mamma di una delle vittime, Maria Aluigi, il difficile compito di gestire il difficile momento per l’associazione in un momento di enorme dolore personale.

“Loro- si ferma con la stampa – sono già tutti insieme in Paradiso e sono la nostra guida, i nostri magnifici sette. Chiediamo loro che ci indichino la strada giusta, soprattutto per le altre famiglie e i ragazzi che contano su quello che con Massimo e Romina avevamo iniziato”. La commozione traspare dagli occhi quando sottolinea che Riccione “ha imparato a conoscerci e non ci ha abbandonato, una compagnia commovente. Non sentirsi sola – sottolinea- è la cosa che più sta aiutando in questo momento”. Ma non tutto finisce oggi, prosegue, il Centro va avanti, e se qualcuno se ne dimenticherà, promette la presidente, “lo andremo a punzecchiare”. “I ragazzi che oggi piangiamo sono un esempio plateale” del lavoro della struttura: “Tre avevano un contratto di lavoro regolare a tempo indeterminato e tutti e cinque già vivevano in maniera indipendente. Non stiamo parlando di assistenza, stiamo aiutando ragazzi che hanno le capacità a diventare autonomi”. Certo, conclude, ora il momento è duro, è l’ora del pianto in via Limentani: gli educatori aiutati da psicologi supportano ragazzi e famiglie per “guardare la cosa per quello che è, per starci davanti”.